Italia, lo spauracchio dei rigori e il sogno Fabio Grosso
Senza andare tanto lontano nel tempo dopo Usa '94 gli azzurri hanno impiegato 12 anni di cattivi pensieri e funesti presagi per risolvere la questione nel 2006. Sbattendo sulla traversa di Di Biagio nel '98 contro la Francia, riaprendo subito la ferita nel successivo doppio confronto proprio contro la Spagna ad Euro 2008 e nella Confederations cup del 2013. Con Di Natale prima e Bonucci poi a recitare il ruolo del volto a cui tutti assoceranno la propria delusione.
Contro le furie rosse, che non battiamo almeno in amichevole dal 2011, nessuno lo dice ma molti lo pensano: sarà gara attenta, ordinata e con l’obiettivo di non farsi schiacciare prima di cogliere l’occasione giusta. Eppure l’epilogo oltre il tempo di gioco come negli ultimi confronti (fatta eccezione per la tragica finale di Kiev) indicano che la destinazione di fondo può essere quella. Dopo l’ultimo cucchiaio da brivido di Pirlo con l’Inghilterra, e senza sua freddezza Balotelli, non ci sarà neanche un sicuro tiratore come Candreva (2 gol su 2 in azzurro, il migliore nella rosa attuale).
E allora a chi affidarsi? Eder è lo specialista designato dal campionato, De Rossi uno abituato a calciare palloni pesanti come macigni, Florenzi e Bonucci due altre opzioni possibili con una tradizione non sempre favorevole; Giaccherini, Parolo quelli che sognano un destino ‘alla Fabio Grosso’. Limitando la storia agli Europei, gli azzurri hanno un bilancio negativo dopo le sconfitte con Cecoslovacchia e Spagna e la vittoria nel segno di Toldo contro l’Olanda nel 2000, ma qui la storia si divide. Quando il rigore è nei tempi di gioco o quando rappresenta l’ultimo atto della sfida. Non a caso con 7 centri su 7 e il 100 per cento di realizzazione il migliore della storia italiana rimane un certo Roberto Baggio… eppure non riuscite a ricordare altro che quel pallone smarrito nel cielo terso e torrido di Pasadena.