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  • La prima Italia di Spalletti tra dubbi e certezze, ecco le scelte per la Macedonia

    La prima Italia di Spalletti tra dubbi e certezze, ecco le scelte per la Macedonia

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Il 4-3-3 che non funzionava più con Mancini, annacquato dagli esperimenti e dagli innumerevoli tentativi di rinnovamento, e che era stato anche accantonato a favore dei sistemi a tre, per poi essere riesumato nell’ultima partita contro l’Olanda, torna al centro del progetto Azzurro con l’arrivo di Spalletti. È una non novità che in realtà nasconde tanto di nuovo. È il rovesciamento del gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Spalletti infatti non vuole cambiare tutto, ma cambierà senz’altro qualcosa nel modo di giocare dell’Italia. Il 4-3-3 che vedremo a partire da sabato contro la Macedonia sarà un 4-3-3 diverso da come lo pensava e ‘muoveva’ il Mancio. Per ora abbiamo soltanto una lista di giocatori e un paio di questioni aperte. Vediamo di affrontare le più imminenti. 

    QUALE COPPIA DI CENTRALI? - Innanzitutto la coppia di centrali: quale sceglierà Spalletti? E con quale criterio? Dalle convocazioni emergono al momento 5 nomi. Bastoni, Mancini, Scalvini, Romagnoli e Casale. Di questi cinque, tre giocano in sistemi a tre, due in una linea a quattro anche nel club, e mi riferisco ai centrali di Sarri. Bastoni e Mancini sulla carta sono i più ‘titolati’, ma basta andare a riprendersi Germania-Italia (5-2) del 14 giugno 2022 per capire che non è affatto automatico il passaggio alla difesa a quattro, specialmente per due braccetti di squadre diverse come Inter e Roma.

    La prima Italia di Spalletti tra dubbi e certezze, ecco le scelte per la Macedonia

    Un discorso analogo si potrebbe fare a maggior ragione per l’ancor più giovane Scalvini, che oltretutto viene dal pianeta Gasp… Paradossalmente dunque, la soluzione più naturale e più immediata potrebbe essere quella di affidarsi a una coppia collaudata come la Romagnoli-Casale, allenata fino allo sfinimento durante l’anno da un fanatico della linea come Sarri. Per lo meno dovrebbe esserci intesa fra loro due. Se hanno fermato Osimhen, possono tenere buoni anche i macedoni. 

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    A meno che Spalletti non voglia mischiare un braccetto con un centrale a quattro vero e proprio, del tipo Casale-Bastoni o Mancini-Romagnoli. I due laziali avrebbero in questo caso una funzione didattica, di accompagnamento/guida/sostegno nei confronti del rispettivo partner.

    LA PUNTA - Facciamo ora un salto a piedi pari nel reparto d’attacco. Portiere (Donnarumma) e terzini (Di Lorenzo e Dimarco), salvo sorprese, sono piuttosto prevedibili, mentre del centrocampo parleremo alla fine. Quale punta, invece, sceglierà per il tridente? Ci sono Immobile, Raspadori e Retegui al momento. O meglio, questi sono i giocatori che tendenzialmente possono fare solo quello nel 4-3-3. Spalletti non è Garcia. Spalletti ormai ha capito che Raspadori, che apparentemente è il più duttile dei tre candidati, in realtà perde molto da esterno. Ecco come ha esordito l’ex Sassuolo con il nuovo tecnico del Napoli... 

    La prima Italia di Spalletti tra dubbi e certezze, ecco le scelte per la Macedonia

    Ebbene, qual è stata la più bella prestazione del Napoli di Spalletti in Champions? Quella contro l’Ajax ad Amsterdam, con Giacomino centravanti. Certo, la Macedonia non difenderà come i lancieri in questo caso…

    La prima Italia di Spalletti tra dubbi e certezze, ecco le scelte per la Macedonia

    Detto questo, fra i tre centravanti, Raspadori è senz’altro quello che lega meglio il gioco, quello che riesce ad attrarre con più efficacia e qualità i difensori avversari, permettendo gli inserimenti a sorpresa delle mezzali. Funzione importante nel gioco di Spalletti. Ma attenzione, funzione importante anche nel 4-3-3 di Sarri, dove è Immobile l’elemento di raccordo. Basta prendere l’ultima partita della Lazio contro il Napoli per sfatare il falso mito di un Ciro che sbaglia le sponde. È tutto relativo. Questa per Guendouzi ad esempio è una bellissima intuizione per attivare il terzo uomo Zaccagni.

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    Meno calda in ogni caso la pista che porta a Retegui, feticcio manciniano. 

    CENTROCAMPO ED ESTERNI - La scelta del centravanti inoltre potrebbe legarsi a quella degli esterni. Se gioca Politano a destra, Raspadori con lui attiverebbe un certo tipo di intesa, così come Immobile con Zaccagni a sinistra. Ma non è matematica, Spalletti potrebbe decidere a prescindere dai blocchi. Credo però che molto dipenda dalla scelta su Chiesa. Quale fascia per lui? Metterlo a sinistra, come nell’ultima uscita (con gol) contro l’Olanda? 

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    In tal caso, Politano a destra (altro giocatore di fiducia), pur sempre in ballottaggio minimo con l’incognita Zaniolo. Ma se Chiesa venisse spostato dall’altra parte, quindi al posto di Politano a destra, contraddicendo la tendenza in bianconero (seconda punta che si defila a sinistra), ecco farsi largo l’ipotesi Zaccagni. 
    Meno dubbi a mio avviso presenta infine il centrocampo. Spalletti molto probabilmente inizierà col trio Barella, Locatelli, Tonali, e allo juventino darà le chiavi della cabina di regia. Frattesi? Occhio all’equilibrio e alla qualità non negoziabile di Barella, specialmente in un assetto del genere. Frattesi meglio come cambio offensivo di lusso, come sta succedendo all’Inter. E Pellegrini? Improbabile al momento panchinare Barella o Tonali per questo Pellegrini. Ma tutto può fiorire fra le dita inanellate di Spalletti. 
     

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