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VIDEO L'Italia di Conte: pro e contro
L'avvio della gestione di Antonio Conte in Nazionale è da considerarsi positivo al termine della prima settimana di lavoro effettivo, col prestigioso successo in amichevole contro l'Olanda al debutto e con la vittoria sulla Norvegia nel primo match di qualificazione all'Europeo del 2016. Si è ripartiti dopo l'ultimo fallimento mondiale all'insegna dell'entusiasmo infuso dall'ex allenatore della Juventus, dalla necessità di ricostruire un gruppo letteralmente spaccato in Brasile attorno a una figura che facesse da punto di riferimento per tutti i giocatori. La nuova Italia riparte dai volti giovani e grintosi di Ciro Immobile e Simone Zaza, gli uomini chiamati a non far sembrare troppo ingombrante, per il momento, il fantasma di Balotelli e incarnare in campo lo spirito del neo ct. Ma i primi 7 giorni di Conte in Nazionale non sono stati solo all'insegna delle note positive, anzi...
ITALIA, COSA FUNZIONA:
1) INTENSITA' ED ENTUSIASMO: Fin dalle prime uscite, l'Italia del tecnico salentino è sembrata parente strettissima della Juventus che ha dominato in Serie A nelle ultime 3 stagioni. Una squadra desiderosa di riscattarsi, feroce, determinata e intesa sotto il piano del ritmo come non la si vedeva dall'anno dell'ultima vittoria in un Mondiale. Come i ragazzi guidati da Lippi, i giocatori di Conte hanno subito dimostrato quella fame di successo necessaria per costruire le premesse di un risultato importante, dopo che le ultime due spedizioni iridate hanno dato un pessimo segnalo sullo stato attuale del nostro calcio.
2) ZAZA-IMMOBILE, I NUOVI GEMELLI DEL GOL: Conte è stato chiaro fin dal giorno del suo insediamento. Le sue convocazioni terranno conto più della persona, della propensione al sacrificio e della voglia di giocare al servizio del collettivo, piuttosto che del talento del singolo calciatore capace di risolvere la gara in ogni momento. Niente prime donne e allora subito fuori Balotelli e dentro due ragazzi che godono della piena stima del ct, nonostante i loro destini non si siano mai incrociati durante l'esperienza juventina di Conte. Ma la vera sorpresa è che Zaza e Immobile hanno dimostrato fin dalla partita con l'Olanda un'intesa tecnico-tattica insospettabile, risultando due minacce costanti per le diverse avversarie. Più portato al lavoro di sponda il bomber del Sassuolo, più abile ad attaccare gli spazi l'ex Torino, prima ancora che segnare sono la dimostrazione vivente di quell'esuberanza e di quella voglia di arrivare che Conte chiede a tutti i suoi giocatori.
3) LA RESURREZIONE DI BONUCCI E DE SCIGLIO: Tra i protagonisti delle prime due uscite della nuova Italia ci sono anche due difensori, da una parte Leonardo Bonucci, dall'altra Mattia De Sciglio. Il primo, in assenza dei fedeli compagni juventini Barzagli e Chiellini, ha dimostrato contro Olanda e Norvegia di avere acquisito quella padronanza dei meccanismi imposti da Conte e la personalità per prendersi sulle spalle un reparto completato da Ranocchia e Astori. La ritrovata solidità del reparto arretrato (0 gol subiti in 2 gare) è anche merito dell'ottima resa degli esterni alti con Darmian e soprattutto De Sciglio che sono stati il vero valore aggiunto in questo primo scorcio di stagione. Il milanista, reduce da un'annata ricca di problemi fisici, e di incomprensione tecniche con Seedorf, pare aver ritrovato la facilità di corsa e di giocata esibita nella sua prima stagione da titolare in rossonero e la presenza al suo fianco di un motivatore come Conte non può non aver avuto il suo peso.
COSA NON FUNZIONA
1) I RAPPORTI FREDDI CON LA JUVE: Come ogni selezionatore che si rispetti, Conte ha manifestato da subito i suoi buoni propositi sul mantenimento di relazioni positive e costanti con quelli che fino a pochi giorni fa erano i suoi colleghi/rivali in Serie A. Alla prova dei fatti, sono emerse immediatamente le ruggini che erano maturate nel tempo con la Juventus e che avevano portato all'addio a inizio estate alla formazione bianconera. La gestione difficoltosa del caso Chiellini ha subito messo a nudo una delle possibili variabili negative con le quali dovrà convivere Conte in avvio di questa nuova avventura, ulteriormente messa in risalto dalla presenza di una Federazione debole e che non è stata in grado di far valere i propri interessi rispetto a quelli della Juventus.
2) L'INGOMBRANTE FIGURA DI LOTITO: In una Figc rappresentata da un personaggio scivolato già su molte bucce di banana come Carlo Tavecchio, ha avuto vita fin troppo facile un personaggio pittoresco e abituato a fare il padre padrone come Claudio Lotito. Con la scusa di essere stato il più strenuo sostenitore dell'ex numero 1 della Lega Dilettanti e del ruolo di Consigliere Federale appena assunto, ha preso possesso della realtà della Nazionale come se fosse cosa sua. Una presenza politicamente molto ingombrante, a Coverciano, poi a Bari ed Oslo prima, durante e dopo le partite, con tanto di improvvisate negli spogliatoi degli Azzurri che, al di là delle smentite di rito, hanno provocato più di qualche irritazione nel gruppo.
3) VERRATTI E IL PROBLEMA DELLA QUALITA': Mai prima d'ora un commissario tecnico era stato tanto chiaro a proposito del ruolo in campo di un suo calciatore e della possibilità concreta che le sue caratteristiche tecniche potessero rappresentare un problema in sede di convocazioni. Benchè si tratti di uno dei prodotti migliori del nostro calcio negli ultimi anni, Marco Verratti non sembra essere una prima scelta di Conte in questo avvio di stagione. Il regista del PSG viene considerato insieme a Pirlo e De Rossi un centrale puro, nonostante in Francia abbia dimostrato di poter giocare tranquillamente al fianco di un altro regista come Thiago Motta. Conte considera i due senatori le prime scelte nella posizione di playmaker e al loro fianco vuole due incursori, identikit che non si sposa con le caratteristiche di Verratti. Eppure questa Italia ha tanto bisogno di ricostruire un gruppo che si fondi sui suoi migliori giovani e che preveda la presenza in campo del maggior numero di elementi di qualità. Soprattutto contro la Norvegia si è vista l'assenza totale di inventiva da parte dei nostri.
ITALIA, COSA FUNZIONA:
1) INTENSITA' ED ENTUSIASMO: Fin dalle prime uscite, l'Italia del tecnico salentino è sembrata parente strettissima della Juventus che ha dominato in Serie A nelle ultime 3 stagioni. Una squadra desiderosa di riscattarsi, feroce, determinata e intesa sotto il piano del ritmo come non la si vedeva dall'anno dell'ultima vittoria in un Mondiale. Come i ragazzi guidati da Lippi, i giocatori di Conte hanno subito dimostrato quella fame di successo necessaria per costruire le premesse di un risultato importante, dopo che le ultime due spedizioni iridate hanno dato un pessimo segnalo sullo stato attuale del nostro calcio.
2) ZAZA-IMMOBILE, I NUOVI GEMELLI DEL GOL: Conte è stato chiaro fin dal giorno del suo insediamento. Le sue convocazioni terranno conto più della persona, della propensione al sacrificio e della voglia di giocare al servizio del collettivo, piuttosto che del talento del singolo calciatore capace di risolvere la gara in ogni momento. Niente prime donne e allora subito fuori Balotelli e dentro due ragazzi che godono della piena stima del ct, nonostante i loro destini non si siano mai incrociati durante l'esperienza juventina di Conte. Ma la vera sorpresa è che Zaza e Immobile hanno dimostrato fin dalla partita con l'Olanda un'intesa tecnico-tattica insospettabile, risultando due minacce costanti per le diverse avversarie. Più portato al lavoro di sponda il bomber del Sassuolo, più abile ad attaccare gli spazi l'ex Torino, prima ancora che segnare sono la dimostrazione vivente di quell'esuberanza e di quella voglia di arrivare che Conte chiede a tutti i suoi giocatori.
3) LA RESURREZIONE DI BONUCCI E DE SCIGLIO: Tra i protagonisti delle prime due uscite della nuova Italia ci sono anche due difensori, da una parte Leonardo Bonucci, dall'altra Mattia De Sciglio. Il primo, in assenza dei fedeli compagni juventini Barzagli e Chiellini, ha dimostrato contro Olanda e Norvegia di avere acquisito quella padronanza dei meccanismi imposti da Conte e la personalità per prendersi sulle spalle un reparto completato da Ranocchia e Astori. La ritrovata solidità del reparto arretrato (0 gol subiti in 2 gare) è anche merito dell'ottima resa degli esterni alti con Darmian e soprattutto De Sciglio che sono stati il vero valore aggiunto in questo primo scorcio di stagione. Il milanista, reduce da un'annata ricca di problemi fisici, e di incomprensione tecniche con Seedorf, pare aver ritrovato la facilità di corsa e di giocata esibita nella sua prima stagione da titolare in rossonero e la presenza al suo fianco di un motivatore come Conte non può non aver avuto il suo peso.
COSA NON FUNZIONA
1) I RAPPORTI FREDDI CON LA JUVE: Come ogni selezionatore che si rispetti, Conte ha manifestato da subito i suoi buoni propositi sul mantenimento di relazioni positive e costanti con quelli che fino a pochi giorni fa erano i suoi colleghi/rivali in Serie A. Alla prova dei fatti, sono emerse immediatamente le ruggini che erano maturate nel tempo con la Juventus e che avevano portato all'addio a inizio estate alla formazione bianconera. La gestione difficoltosa del caso Chiellini ha subito messo a nudo una delle possibili variabili negative con le quali dovrà convivere Conte in avvio di questa nuova avventura, ulteriormente messa in risalto dalla presenza di una Federazione debole e che non è stata in grado di far valere i propri interessi rispetto a quelli della Juventus.
2) L'INGOMBRANTE FIGURA DI LOTITO: In una Figc rappresentata da un personaggio scivolato già su molte bucce di banana come Carlo Tavecchio, ha avuto vita fin troppo facile un personaggio pittoresco e abituato a fare il padre padrone come Claudio Lotito. Con la scusa di essere stato il più strenuo sostenitore dell'ex numero 1 della Lega Dilettanti e del ruolo di Consigliere Federale appena assunto, ha preso possesso della realtà della Nazionale come se fosse cosa sua. Una presenza politicamente molto ingombrante, a Coverciano, poi a Bari ed Oslo prima, durante e dopo le partite, con tanto di improvvisate negli spogliatoi degli Azzurri che, al di là delle smentite di rito, hanno provocato più di qualche irritazione nel gruppo.
3) VERRATTI E IL PROBLEMA DELLA QUALITA': Mai prima d'ora un commissario tecnico era stato tanto chiaro a proposito del ruolo in campo di un suo calciatore e della possibilità concreta che le sue caratteristiche tecniche potessero rappresentare un problema in sede di convocazioni. Benchè si tratti di uno dei prodotti migliori del nostro calcio negli ultimi anni, Marco Verratti non sembra essere una prima scelta di Conte in questo avvio di stagione. Il regista del PSG viene considerato insieme a Pirlo e De Rossi un centrale puro, nonostante in Francia abbia dimostrato di poter giocare tranquillamente al fianco di un altro regista come Thiago Motta. Conte considera i due senatori le prime scelte nella posizione di playmaker e al loro fianco vuole due incursori, identikit che non si sposa con le caratteristiche di Verratti. Eppure questa Italia ha tanto bisogno di ricostruire un gruppo che si fondi sui suoi migliori giovani e che preveda la presenza in campo del maggior numero di elementi di qualità. Soprattutto contro la Norvegia si è vista l'assenza totale di inventiva da parte dei nostri.