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    Italia-Inghilterra senza Vialli: un incredibile senso di vuoto

    Italia-Inghilterra senza Vialli: un incredibile senso di vuoto

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Nella mia agenda privata ci sono due numeri di telefono che non ho cancellato anche se so perfettamente che serviranno mai più. Li ho voluti mantenere  non tanto per una forma di rispetto quanto piuttosto con l’intenzione di coltivare una missione impossibile. Quella di poter comporre entrambi quelle cifre e ascoltare le voci amiche che hanno accompagnato buona parte della mia vita. Il discorrere e le risate di due amici speciali le cui affettuose lontananze non vengono stemperate dal tempo che fugge via lestissimo. Quel “ciao, fratello, e mi raccomando fai il bravo” con il quale venivano chiuse le nostre cadenzate conversazioni. Paolo Rossi e Gianluca Vialli le cui orme hanno lasciato un segno profondo e indelebile nell’anima.

    Oggi, poi, il senso di vuoto addosso peserà ancora in una misura maggiore e per certi tratti persino insopportabile. Italia e Inghilterra, in campo al Maradona di Napoli, non potranno evitare anche soltanto in virtù della loro semplice presenza di rappresentare una sorta di fil rouge dal quale viene avvolta la figura di un grande assente. Ci sarà un posto vuoto sulla panca degli azzurri così come ci sarà una voragine dentro l’anima di Roberto Mancini il quale, girandosi per cercare eventualmente conforto professionale, non incrocerà lo sguardo con quello del suo storico amico di matita.

    Era il 6 gennaio quando Luca lasciò questo mondo. Pochissimo. Tantissimo. O anche niente se, illudendoci un poco, proviamo a fingere che nulla di irreparabile sia sul serio accaduto e che la vita e la morte siano soltanto concetti astratti privi di un reale significato. Tanto che, concentrandosi per bene, il popolo del Maradona questa sera potrebbe avere l’opportunità di rivedere Vialli all’opera nel suo ruolo di bomber mentre segna una doppietta come avvenne, proprio a Napoli, nel 1987 contro la Svezia. Lo stesso “miracolo” al quale, se lo vorranno, potranno assistere gli azzurri riuniti nello spogliatoio ascoltando non la voce del loro tecnico ma quella di Luca che, parafrasando un discorso del presidente americano Roosevelt, li invita a realizzare l’impresa proprio come accadde prima della finale europea. Da parte mia, gli telefonerò il giorno dopo.

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