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Italia, il caso Immobile e le versioni ufficiali che non convincono. C'è una foto che ci dice molto...
La vicenda Immobile si tinge sempre più di giallo. Sono tanti i punti che non tornano in una ricostruzione che nello spazio di pochi minuti è cambiata per ben due volte rispetto alle prime informazioni arrivate dal quartier generale di Milano della Nazionale, a circa 24 ore dalla decisiva sfida di Nations League contro l'Ungheria. L'attaccante della Lazio, dopo aver sostenuto degli esami medici per verificare il grado di recupero rispetto al problema muscolare che lo aveva costretto a saltare l'impegno con l'Inghilterra di venerdì e aver ottenuto un sostanziale via libera per riaggregarsi al gruppo, era convinto di partecipare alla trasferta di Budapest. Tanto che aveva preparato i bagagli come tutti gli altri e aveva raggiunto l'aeroporto di Malpensa per decollare con gli altri componenti della spedizione.
LA VERSIONE DELLA FIGC - Le immagini girate dagli operatori tv presenti sul posto e la foto scattata dall'inviato della Rai Alessandro Antinelli sono la testimonianza tangibile che il giocatore fosse in procinto di imbarcarsi sul volo, salvo poi prendere atto di un improvviso cambio di rotta. E così le indiscrezioni raccolte dai colleghi al seguito della Nazionale sulla partecipazione di Immobile alla trasferta ungherese vengono repentinamente corrette e qualche minuto più tardi dall'ufficio stampa degli Azzurri arriva un'ulteriore precisazione: "Ciro Immobile si è sottoposto questa mattina a Milano ad accertamenti clinici e strumentali, che ne hanno confermato l’indisponibilità per la gara con l’Ungheria. L’attaccante azzurro ha comunque raggiunto con la squadra l’aeroporto di Malpensa, dove sul volo in arrivo da Roma il gruppo si è riunito al Ct Mancini, che ieri sera era rientrato nella Capitale per poter votare questa mattina. Il Ct, pur apprezzando la disponibilità del calciatore, constatato quanto emerso dagli accertamenti strumentali, ha scelto di lasciar tornare Immobile al club di appartenenza per proseguire le cure del caso. Gli accertamenti eseguiti sono stati, come sempre avviene, condivisi con lo staff medico del club".
QUALCOSA NON TORNA - Una versione dei fatti che presenta non poche contraddizioni. Nessuno dubita della buona fede del giocatore, che ha provato fino all'ultimo a strappare la convocazione per una partita alla quale evidentemente teneva e che rappresenta molto per l'Italia in un momento piuttosto delicato. Nessuno vuole avanzare sospetti sulla bontà dell'operato dello staff medico della Nazionale, che avrà certamente verificato che le condizioni di Immobile non fossero ottimali a soli pochi giorni di distanza dall'insorgere del problema accusato giovedì pomeriggio, ma allo stesso tempo risulta complicato pensare che le informazioni emerse e raccolte al termine della visita mattutina fossero completamente sbagliate. Presentandosi all'aeroporto, Immobile aveva confermato coi fatti di sentirsi pronto per affrontare l'impegno, rimettendosi soltanto alla decisione di Mancini e dei medici circa un suo eventuale impiego contro l'Ungheria. Quell'immagine immortalata dal collega Antinelli, con lo sguardo di Ciro rivolto verso il telefonino lascia pensare che nel mentre sia accaduto dell'altro: che, come spesso è accaduto in passato, durante il tragitto tra Milano e Malpensa, sia andata in scena la solita trattativa tra il club di appartenenza del giocatore e i rappresentanti della Nazionale per gestire la vicenda. E qui la domanda sorge abbastanza spontanea: nell'interesse di chi?
Ciro #Immobile non parte per Budapest.
— Alessandro Antinelli (@AleAntinelli) September 25, 2022
L’attaccante della Lazio arriva con il resto dei compagni ai piedi dell’aereo. Poi resta in macchina e non parte. pic.twitter.com/LmWhHaJgEm
LA VERSIONE DELLA FIGC - Le immagini girate dagli operatori tv presenti sul posto e la foto scattata dall'inviato della Rai Alessandro Antinelli sono la testimonianza tangibile che il giocatore fosse in procinto di imbarcarsi sul volo, salvo poi prendere atto di un improvviso cambio di rotta. E così le indiscrezioni raccolte dai colleghi al seguito della Nazionale sulla partecipazione di Immobile alla trasferta ungherese vengono repentinamente corrette e qualche minuto più tardi dall'ufficio stampa degli Azzurri arriva un'ulteriore precisazione: "Ciro Immobile si è sottoposto questa mattina a Milano ad accertamenti clinici e strumentali, che ne hanno confermato l’indisponibilità per la gara con l’Ungheria. L’attaccante azzurro ha comunque raggiunto con la squadra l’aeroporto di Malpensa, dove sul volo in arrivo da Roma il gruppo si è riunito al Ct Mancini, che ieri sera era rientrato nella Capitale per poter votare questa mattina. Il Ct, pur apprezzando la disponibilità del calciatore, constatato quanto emerso dagli accertamenti strumentali, ha scelto di lasciar tornare Immobile al club di appartenenza per proseguire le cure del caso. Gli accertamenti eseguiti sono stati, come sempre avviene, condivisi con lo staff medico del club".
QUALCOSA NON TORNA - Una versione dei fatti che presenta non poche contraddizioni. Nessuno dubita della buona fede del giocatore, che ha provato fino all'ultimo a strappare la convocazione per una partita alla quale evidentemente teneva e che rappresenta molto per l'Italia in un momento piuttosto delicato. Nessuno vuole avanzare sospetti sulla bontà dell'operato dello staff medico della Nazionale, che avrà certamente verificato che le condizioni di Immobile non fossero ottimali a soli pochi giorni di distanza dall'insorgere del problema accusato giovedì pomeriggio, ma allo stesso tempo risulta complicato pensare che le informazioni emerse e raccolte al termine della visita mattutina fossero completamente sbagliate. Presentandosi all'aeroporto, Immobile aveva confermato coi fatti di sentirsi pronto per affrontare l'impegno, rimettendosi soltanto alla decisione di Mancini e dei medici circa un suo eventuale impiego contro l'Ungheria. Quell'immagine immortalata dal collega Antinelli, con lo sguardo di Ciro rivolto verso il telefonino lascia pensare che nel mentre sia accaduto dell'altro: che, come spesso è accaduto in passato, durante il tragitto tra Milano e Malpensa, sia andata in scena la solita trattativa tra il club di appartenenza del giocatore e i rappresentanti della Nazionale per gestire la vicenda. E qui la domanda sorge abbastanza spontanea: nell'interesse di chi?