Italia Femminile, il 'Cobra' Soncin per fare tabula rasa. Ma la vera novità è la vice Schiavi, un’idea per il futuro
Il percorso è già scritto: “costruire” un tecnico federale che in un futuro non remotissimo possa prendere in mano la Nazionale maggiore. Se, dunque, Soncin è inequivocabilmente il c.t. con il massimo dei poteri, Schiavi sarà qualcosa di più del suo braccio destro: l’allenatrice è stata individuata tra le molte risorse di quella che una volta si chiamava Club Italia e dal quale la Federazione vuole attingere per una questione di metodo e di merito. L’approdo a Soncin non è stato facile. In un primo tempo, come anche l’interessato sa, era stato individuato Roberto Donadoni, ex c.t. della Nazionale maschile. Il confronto con il presidente federale non ha portato all’accordo e, perciò, si è passati ad altri. Realistiche erano anche le candidature di Carmine Gautieri e Giampietro Piovani. Naturalmente il secondo sarebbe stato preferibile perché allena da anni nel femminile (Sassuolo), è stimato in relazione al gioco prodotto dalla sua squadra, ha una vasta conoscenza del settore. Tuttavia il presidente Gravina sapeva che l’Italdonne aveva bisogno di una terapia d’urto: le batoste europee e mondiali hanno lasciato scorie tra le ragazze, l’addio di Milena è stato polemico, il calendario della prossima Nations League è terribile (Spagna campione del mondo, Svezia, terza classificata, Svizzera).
Per tutto questo serviva un entusiasmo straordinario e la disponibilità a metterci prima la faccia e poi le spalle. Soncin, che ha preso il Venezia in serie A quando era già retrocesso e lo ha portato a disputare un più che dignitoso finale di campionato, rispondeva a queste caratteristiche. Sa che ha tanto lavoro da fare e molti bocconi amari da ingoiare, un “programma” che non poteva allettare troppi candidati. Nonostante la presunta eredità della Bertolini, l’Italia è all’anno zero, avvierà una rivoluzione completa con un anno di ritardo e rischia concretamente sia la retrocessione in Nations, sia la mancata qualificazione al prossimo europeo. Soncin ha un triplo vantaggio: si è laureato con il massimo dei voti al corso Uefa Pro, garantisce una serietà assoluta, quasi monastica, e non coltiva pregiudizi, amicizie, simpatie, conoscenze. Lui e Viviana Schiavi dovranno prima farte tabula rasa e poi, in base al loro giudizio, chiamare solo chi può fare il bene dell’Italia, non le passerelle pubblicitarie e televisive o le camarille da salotto.