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    Italia, Chiesa già azzurro lucente tra le stelle francesi: la strada è quella giusta

    Italia, Chiesa già azzurro lucente tra le stelle francesi: la strada è quella giusta

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    L’Italia c’è, Federico Chiesa c’è. Tra gli arabi e gli olandesi c’è stata la Francia, di gran lunga l’avversario più forte nel primo tris di amichevoli di Roberto Mancini. A Nizza sono state tante le difficoltà, ma c’è stato anche qualche sprazzo di luce, in ottica presente e soprattutto futuro. I segnali più incoraggianti per il commissario tecnico della Nazionale sono arrivati proprio da Chiesa, il migliore in campo tra gli Azzurri. Una prova in crescendo la sua, la seconda da titolare con la maglia dell’Italia (la prima era stata con l’Argentina lo scorso 23 marzo). 88’ in campo nella sconfitta per 3-1 con la Francia, prima della sostituzione con Davide Zappacosta: un match giocato su altissimi ritmi dall’esterno classe 1997 della Fiorentina nel 4-3-3 di Mancini. Un segnale forte e chiaro: la strada intrapresa dal neo-commissario tecnico è quella giusta, ora bisogna dare continuità alle scelte.

    CHE “STRAPPI” - Chiesa ha brillato in quello che è il suo ruolo ideale, perché con Paulo Sousa l’anno scorso e con Stefano Pioli ha ricoperto tanti (forse anche troppi) ruoli: ala destra e sinistra nel tridente, esterno di centrocampo a quattro e a cinque, seconda punta accanto al Cholito Simeone. Però nel suo ruolo è un altro giocatore, capace di prendersi sulle spalle la squadra a soli 20 anni. Quando “strappa” sulla fascia fa molto male ai francesi. “L’Italia sicuramente ancora deve crescere ma ha un gruppo di giovani di qualità. Penso soprattutto a Chiesa che ha fatto molto bene, le qualità ci sono e serve tempo. Noi pensiamo ad altro, dobbiamo giocare il Mondiale, mentre gli azzurri devono ripartire”, ha detto ieri il commissario tecnico francese Didier Deschamps. Grandi accelerazioni con dribbling, meno precisione in fase di tiro. Ma c’è tempo per lavorare, il futuro è tutto dalla parte di Chiesa.

    LE STELLE FRANCESI - Nella Fiorentina e in Nazionale, perché nelle rotazioni di Mancini può trovare sempre più spazio. Difficile diventi titolare a sinistra dove gioca Lorenzo Insigne solitamente, più probabile sulla corsia destra, dove si contende un posto con Domenico Berardi (ieri deludente), Simone Verdi e Matteo Politano. “Oggi ho osservato gente come Pogba, Griezmann e Mbappé, ambisco ad arrivare al loro livello dando il massimo con la maglia viola e quella azzurra. Di certo fa un effetto strano sfidarli in campo dopo averli visti solo in tv”, ha detto ieri Chiesa. La via è quella giusta: tra le stelle francesi che andranno al Mondiale, l’esterno viola ha brillato. Ma c’è ancora lavoro da fare, come affermato con la solita grande umiltà dal giocatore: “È stata una buona prestazione la mia, ma anche la squadra nel secondo tempo meritava di pareggiare. Mi trovo meglio a sinistra e devo migliorare a destra, sicuramente”.

    PAROLE DA LEADER - Poi un’analisi - da chi è già leader nella Fiorentina e con gli anni può diventarlo (sul campo e fuori) anche in Nazionale - sul percorso iniziato con Mancini: “Dobbiamo migliorare gli errori del primo tempo per arrivare a grandi livelli. Abbiamo dimostrato di avere carattere, qualità e grinta contro una squadra che ha tutte le qualità per vincere il Mondiale. Siamo un’ottima squadra, sarà una grande squadra per il futuro. Una partita che serve per migliorare i nostri errori. Io sono a disposizione del mister, appena mi ha chiamato in causa ho dato il massimo”. Titolare in una formazione sperimentale come quella di ieri, Chiesa può essere riproposto da Mancini anche nell’amichevole contro l’Olanda, magari proprio a destra: un ulteriore passo importante nella carriera del figlio d’arte, già tra i migliori Under 21 d’Europa. Non è un caso che sia il sogno di mercato di Inter e Napoli e sia monitorato con grande attenzione dalla Juventus e dal Manchester City di Guardiola, stregato dalle sue qualità. 

    @AleCosattini

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