Getty Images
Italia: Chiellini tradisce Ventura, ma anche Lippi cominciò con una sconfitta
Da questo punto di vista meglio l’Italia del primo tempo, con De Rossi, piuttosto che quella della ripresa con Montolivo. La differenza è che il primo si abbassa sempre tra i due centrali per farsi dare palla e articolare la manovra, mentre l’altro non lo fa mai. Montolivo gioca corto, prevedibile, orizzontale. Un calcio che non serve, anzi imbarazza.
Sarà anche per questa ragione che nel primo tempo l’Italia è riuscita a pareggiare il gol iniziale di Martial, mentre nella ripresa ha subìto anche il terzo. Al vantaggio francese, infatti, ha risposto Pellé dopo una stupenda azione personale di Eder, capace di andarsene sulla destra prima di crossare basso a vantaggio del compagno (nella circostanza la sbavatura è stata di Varane).
L’equilibrio non solo è durato poco, ma è stato rotto da una palla vagante che Giroud ha messo alle spalle di Buffon eludendo Chiellini. Se nel primo caso il difensore juventino ha mancato la palla, nel secondo non è stato nemmeno in grado di tamponare da vicino l’avversario diretto. Tuttavia per onestà va detto che in entrambe le circostanze tutta la difesa era mal posizionata.
L’Italia ha dato l’idea di squadra solo per una mezz’ora, soprattutto quando riuscivano un pressing discreto e tanti buoni cambi di gioco. La Francia, però, pur non schiacciando mai l’Italia, è stata compatta dietro la linea della palla e molto precisa nei passaggi. In pratica, a parte nel gol di Pellé, non ha concesso nulla e, dunque, meno che mai ha rischiato.
Ripresa non sconciata da una ridda di sostituzioni. Ventura, pur effettuandone sei, è stato molto graduale. Subito dentro Donnarumma per Buffon e Rugani per Barzagli, due esordienti, ai quali si è aggiunto il terzo, Belotti, poco prima della mezz’ora. Montolivo ha preso il posto di De Rossi condizionando negativamente la manovra. Di lui si ricorda solo un tiro da lontano smanacciato in angolo da Mandanda. Rugani ha iniziato con il piglio adatto, anche se ha faticato a trovare le linee di passaggio per le punte (del resto non toccava a lui), mentre Donnarumma si è autorevolemente calato nel ruolo di vice-Buffon. Peccato che, dopo aver sbrogliato un paio di situazioni complicate, Gigio (il più giovane portiere della storia dell’Italia) sia incappato in un errore di posizione sul terzo gol, quello realizzato da Kurzawa. Nel tentativo di intercettare il presumibile cross dell’esterno francese, il nostro portiere gli ha lasciato il pertugio sul primo palo dal quale l’ha infilato. Da rilevare, comunque, che nella circostanza la difesa era stata così bassa da favorire un filtrante di Pogba da destro l’area.
Così il dopo Conte comincia con una sconfitta in uno stadio (il San Nicola di Bari) dove gli azzurri non avevano mai perso. Ventura non deve prendersela, visto che, seppur cadendo in trasferta, anche Marcello Lippi era stato battuto all’esordio della sua prima Italia. Il problema non è tanto il ricorso storico, quanto la contingenza. Lunedì, in Israele, comincia il girone di qualificazione mondiale e un’Italia così giù, anche fisicamente, potrebbe patire i ritmi alti imposti da avversari non eccezionali, ma fortemente motivati. Qualificarsi era già dura di per sé, figurarsi se rishiamo di perdere punti anche con le nazionali di seconda o terza fascia.