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    Italia, che peccato! E che rischio Donnarumma: a Belfast con Raspadori o Scamacca

    Italia, che peccato! E che rischio Donnarumma: a Belfast con Raspadori o Scamacca

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Due rigori sbagliati in due scontri diretti. Jorginho li ha falliti e l’Italia, che sarebbe potuta essere tranquillamente al Mondiale del Qatar, battendo due volte la Svizzera, lunedì si gioca il primo posto e, dunque, la qualificazione diretta, a Belfast in casa dell’Irlanda del Nord. Luogo che non evoca certo piacevoli ricordi vista l’eliminazione del 1958, Mondiale di Svezia, il primo a cui gli azzurri non parteciparono. 

    Prima di quanto è stato e sarebbe potuto essere, meglio dire ciò che resta da fare: vincere prima di tutto perché quasi sicuramente la Svizzera batterà la dimessa Bulgaria. In secondo luogo, fare più gol possibile. E’ vero, infatti, che abbiamo una differenza reti di più 2, migliore di quella dei nostri avversari, ma è altrettanto vero che gli elvetici ai bulgari ne possono rifilare anche quattro. Sarà, dunque, fondamentale fare un gol in più e rifuggire la doppia parità, di punti e di gol. In quel caso valgono quelli segnati negli scontri diretti e la Svizzera, che uno l’ha fatto all’Olimpico, si qualificherebbe al posto nostro. 

    Attenzione, però. Mal che vada, e io sono convinto che male non andrà, gli azzurri approderanno ai play off il prossimo marzo. Scottati, come siamo stati, dalla Svezia quattro anni fa, sarebbe il caso di evitarli, ma se accadesse non saremmo ancora eliminati, solo rimandati alla prossima primavera. Uno scorno per i campioni d’Europa? Nossignori, solo calcio. La gloria non è stata effimera, ma il campo ogni volta richiede di cominciare da zero. 

    Peccato, ovviamente. Peccato, peccato, tre volte peccato. Perché, esattamente come all’andata, l’occasione era propizia e non abbiamo saputo coglierla alla fine di una partita sofferta (il primo tempo è stato tutto dei nostri avversari) e scorbutica in cui non abbiamo avuto mai occasioni limpidissime, né abbiamo costruito azioni convincenti o regalato emozioni come all’Europeo. 

    L’Italia avrebbe potuto vincere e, forse, l’avrebbe fatto anche con merito, ma il modo, quello, non avrebbe dovuto essere diverso da un tiro da fuori, un calcio di punizione o un rigore.
    E il rigore, dopo tanti sospiri e proteste, è arrivato all’87’ quando Ulisses Garcia, sostituto dell’infortunato Ricardo Rodriguez, il torinista uscito al 69’, ha spinto in area Domenico Berardi che, a sua volta, aveva preso il posto di Belotti al 58’. 

    Sulle prime, l’arbitro Taylor, non per nulla inglese, ha giudicato il contatto non falloso ed ha lasciato giocare. Piuttosto sono stati i colleghi connazionali al Var a richiamarne l’attenzione affinché andasse a rivedere l’accaduto. Nove volte su dieci, quando un arbitro si sottopone al Var modifica la sua prima decisione e così è stato anche per Taylor. 
    Rigore, dunque, che Jorginho, nonostante i precedenti e qualche timida richiesta di Chiesa, è andato a tirare apparentemente sicuro di sé. Purtroppo, invece, ne è uscito un tiro sbilenco finito abbondantemente sopra la traversa. 

    Ora la domanda che tutti si pongono è la seguente: Mancini doveva cambiare rigorista? Visti i risultati recenti (errori con l’Inghilterra all’Europeo e a Basilea proprio contro la Svizzera) probabilmente sì. E, forse, al c.t. l’idea deve essergli passata per la mente se è vero, come è vero, che prima della decisione di Jorginho, ha chiamato a gran voce Chiesa. Tuttavia, se non sul ragazzo ex viola, si sarebbe potuto puntare su Bonucci che dal dischetto è quasi infallibile. Oppure sullo stesso Berardi, bravissimo nel Sassuolo e non solo. Certo tanti altri in campo non ce n’erano perché, poco prima, era uscito Insigne, un altro che nella sua squadra il rigorista lo fa. 

    Detto che, a posteriori, tutti possono dire tutto, anche le nequizie più vergognose perché non motivate e non bisognose della prova provata, l’Italia ha rischiato addirittura il patatrac nel recupero, quando un errore con i piedi di Donnarumma ha consentito a Zakaria di toccare verso la porta dove, per fortuna, era piazzato Bonucci che ha salvato. 

    Se il rigore avrebbe potuto dire Italia, il primo tempo è stato completamente in mano alla Svizzera che non solo ha segnato (11’) con Widmer (assist di Okafor sfuggito ad Acerbi), ma avrebbe potuto raddoppiare almeno tre volte: con un tiro a giro dello stesso Okafor, un’altra conclusione di Shaqiri e un colpo di testa di Schar, parato in due tempi da Donnarumma.

    All’Italia mancavano almeno tre cose: il pressing, il possesso palla e la precisione nei passaggi. Male anche i posizionamenti difensivi e i raddoppi, quasi inesistenti, quando gli svizzeri portavano molti uomini all’interno dell’area italiana. 
    Il predominio elvetico è stato interrotto, del tutto occasionalmente, prima da un grande strappo di Emerson che ha messo Jorginho (tiro deviato) e Barella (tiro respinto da Sommer) ad un passo dal pareggio e poi da una conclusione, anche questa a giro, di Chiesa. 

    La Svizzera, ben lungi dall’attendere per ripartire, ha fatto la partita fino all’intervallo ed è apparso come la manna dal cielo il pareggio - anch’esso convalidato dopo consulto al Var - di Di Lorenzo (di testa) su punizione assist di Insigne. Un gol firmato Napoli e che sembrava aprire, nella ripresa, tutta un’altra partita. 

    Il nostro c.t ha tolto Belotti e Locatelli al 58’ per inserire Berardi e Tonali. Se nel caso dei centrocampisti nulla è cambiato (a parte che Tonali è parso più in palla), in attacco Insigne ha fatto  il finto centravanti con Berardi a destra e Chiesa spostato a sinistra. 
    Di occasioni vere e proprie solo una (tiro di Insigne, deviato, e salvato da Sommer con una parte poco commendevole del corpo), ma di certo c’è stata maggiore brillantezza, un ritmo più alto, maggiore precisione e la capacità di mettere la Svizzera quasi completamente nella propria metà campo. Gli esterni, Berardi e Chiesa, quelli che hanno fatto meglio, sia per movimenti (il calciatore del Sassuolo) che per rabbia e volontà (quello della Juve). Di Chiesa, tra l’altro, l’ultimo tiro (anch’esso alto) prima del rigore. 

    L’Italia, che ha chiuso con in campo Cristante (per Barella), Raspadori (per Insigne) e Calabria (per Emerson) ha il fiato corto. A Belfast servirà più slancio. E servono gol. Fossi in Mancini, penserei a Raspadori e Scamacca. Il Belotti attuale di più non può. 

    :(actionzone)
    IL TABELLINO: 
    Italia-Svizzera 1-1 
    Marcatori: 12' Widmer, 36' Di Lorenzo. 
    ITALIA (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Acerbi, Emerson (80' Calabria); Barella (69' Cristante), Jorginho, Locatelli (58' Tonali); Chiesa, Belotti (58' Berardi), Insigne (80' Raspadori). CT. Mancini. 
    SVIZZERA (4-2-3-1): Sommer; Widmer, Akanji, Schar, Rodriguez (68' Garcia); Freuler, Zakaria; Steffen (69' Imeri), Shaqiri (79' Sow), Vargas (86' Zeqiri); Okafor (79' Frei). CT. Yakin. 
    Arbitro: Taylor (Inghilterra). 
     

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