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Italia bella ma sprecona: Belotti delude, però Mancini è sulla buona strada
E’ vero che in amichevole il risultato conta relativamente, ma mi è molto dispiaciuto che l’Italia non abbia battuto l’Olanda, come stava accadendo fino a due minuti dalla fine della partita di Torino. Primo, perché gli Azzurri lo avrebbero meritato in ragione del gioco espresso e delle molte occasioni create. Secondo, perché un piccolo passo avanti nel ranking mondiale ci avrebbe fatto comodo. Attualmente siamo al ventesimo posto (mai stati così in basso grazie alle prodezze di Gian Piero Ventura), mentre l’Olanda è solo un gradino più su.
Allo Stadium, con la terza formazione sperimentale della nuova éra Mancini, abbiamo affrontato una degli avversari che hanno deluso di più in Europa (mancata qualificazione a Francia 2016) e al mondo (mancata qualificazione a Russia 2018). Forse i peggiori siamo proprio noi che abbiamo una storia e una bacheca un po’ più cospicua rispetto a quella olandese. Come la Federcalcio italiana ha chiamato Mancini, quella d’Olanda si è affidata a Ronald Koeman. Per quello che conta, pur avendo affrontato la gara con un manipolo di seconde linee, stiamo meglio noi. Anzi, se al 69’ non fosse stato espulso Criscito, per fallo su Babel lanciato a rete, ora quasi certamente saremmo qui a celebrare la seconda vittoria della Nazionale di Mancini, la prima al debutto in Italia. Ripeto: peccato. Peccato perché nel primo tempo l’Italia ha creato almeno quattro palle gol; perché una rete è stata annullata e perché il cartellino rosso a Criscito è arrivato un minuto dopo il gol del vantaggio di Zaza.
Peccato perché una vittoria ci avrebbe fatto bene, perchè i 20.000 dello Stadium avrebbero gradito molto (applausi a Insigne, un po’ di fischi a Bonucci) e perché tutti i giocatori di Mancini si sono spesi con generosità e intelligenza. Siamo a fine stagione, le gambe sono stanche almeno al pari della testa, nessun avversario è morbido. Certo, mi sarei aspettato qualcosa di più da Belotti. Il gol annullato (3’) era suo e l’arbitro è intervenuto quando già i festeggiamenti erano finiti. In effetti, il centravanti era oltre la linea sul tocco di Cristante, dunque il fuorigioco c’era. Il problema non è questo. Il problema che una palla, anche migliore, Belotti l’ha avuta da Insigne intorno alla mezz’ora e, anzichè trovare l’angolo, l’ha scagliata addosso al portiere Cillesen. Siamo sicuri che Balotelli o Immobile avrebbero concluso alla stessa maniera? Due occasioni le ha avute anche Verdi. La prima su assist del solito Insigne. La seconda su invenzione (palla dietro la linea difensiva avversaria) di Jorginho, il giocatore che in queste tre partite ha giocato di più. In entrambi i casi, Verdi ha sparato alto. Ci ha provato anche Criscito (43’) quando da angolo, calciato da Bonaventura, ha colpito di testa a botta sicura. Vormer ha salvato sulla linea.
Per questa gara con l’Olanda - la terza in una settimana - il c.t. ha cambiato tanti uomini, ma non il sistema di gioco. Quello è rimasto lo stesso (4-3-3) contro il poco tradizionale 3-5-2 dell’Olanda. Perin è stato bravo e sicuro. Decisivo, addirittura, su una punizione di Depay (quella susseguente al fallo da espulsione dio Criscito) e su un tiro dalla distanza che sembrava destinato a finire all’angolo opposto. Bravi Rugani e Romagnoli, discreto Bonaventura, insufficiente Cristante. Dei tre davanti ho detto. La partita, peraltro buona, è cambiata in meglio per l’Italia quando sono entrati De Sciglio (per Zappacosta, voto 5), Chiesa per Verdi e Zaza al posto di Belotti. Sarà un caso - ma molte cose nel calcio lo sembrano e non lo sono - ma l’azione che ha portato in vantaggio l’Italia si è sviluppata attraverso questi tre giocatori. De Sciglio ha lanciato Chiesa sulla destra, l’esterno della Fiorentina ha controllato rapido e messo al centro dell’area dove Zaza, in spaccata, ha spedito in rete di suola la respinta di Van Dijk. Gol fortunato, ma cercato. Con l’Olanda sbilanciata ne sarebbero venuti altri. Purtroppo, però, Mancini ha dovuto subito tamponare l’inferiorità numerica con l’inserimento di Bonucci (al posto di Insigne). Italia con il 4-3-2 (Romagnoli terzino) contro un avversario schierato con il 3-4-3. Si sarebbe potuto resistere se non fossimo stati sorpresi piatti su un cross da destra. Ake, uno dei nuovi entrati, ha colpito di testa comodo comodo (De Sciglio in ritardo sulla diagonale) ed è finita 1-1. Eppure l’Italia sembra di fronte ad un nuovo, significativo inizio. Sono ottimista.
Allo Stadium, con la terza formazione sperimentale della nuova éra Mancini, abbiamo affrontato una degli avversari che hanno deluso di più in Europa (mancata qualificazione a Francia 2016) e al mondo (mancata qualificazione a Russia 2018). Forse i peggiori siamo proprio noi che abbiamo una storia e una bacheca un po’ più cospicua rispetto a quella olandese. Come la Federcalcio italiana ha chiamato Mancini, quella d’Olanda si è affidata a Ronald Koeman. Per quello che conta, pur avendo affrontato la gara con un manipolo di seconde linee, stiamo meglio noi. Anzi, se al 69’ non fosse stato espulso Criscito, per fallo su Babel lanciato a rete, ora quasi certamente saremmo qui a celebrare la seconda vittoria della Nazionale di Mancini, la prima al debutto in Italia. Ripeto: peccato. Peccato perché nel primo tempo l’Italia ha creato almeno quattro palle gol; perché una rete è stata annullata e perché il cartellino rosso a Criscito è arrivato un minuto dopo il gol del vantaggio di Zaza.
Peccato perché una vittoria ci avrebbe fatto bene, perchè i 20.000 dello Stadium avrebbero gradito molto (applausi a Insigne, un po’ di fischi a Bonucci) e perché tutti i giocatori di Mancini si sono spesi con generosità e intelligenza. Siamo a fine stagione, le gambe sono stanche almeno al pari della testa, nessun avversario è morbido. Certo, mi sarei aspettato qualcosa di più da Belotti. Il gol annullato (3’) era suo e l’arbitro è intervenuto quando già i festeggiamenti erano finiti. In effetti, il centravanti era oltre la linea sul tocco di Cristante, dunque il fuorigioco c’era. Il problema non è questo. Il problema che una palla, anche migliore, Belotti l’ha avuta da Insigne intorno alla mezz’ora e, anzichè trovare l’angolo, l’ha scagliata addosso al portiere Cillesen. Siamo sicuri che Balotelli o Immobile avrebbero concluso alla stessa maniera? Due occasioni le ha avute anche Verdi. La prima su assist del solito Insigne. La seconda su invenzione (palla dietro la linea difensiva avversaria) di Jorginho, il giocatore che in queste tre partite ha giocato di più. In entrambi i casi, Verdi ha sparato alto. Ci ha provato anche Criscito (43’) quando da angolo, calciato da Bonaventura, ha colpito di testa a botta sicura. Vormer ha salvato sulla linea.
Per questa gara con l’Olanda - la terza in una settimana - il c.t. ha cambiato tanti uomini, ma non il sistema di gioco. Quello è rimasto lo stesso (4-3-3) contro il poco tradizionale 3-5-2 dell’Olanda. Perin è stato bravo e sicuro. Decisivo, addirittura, su una punizione di Depay (quella susseguente al fallo da espulsione dio Criscito) e su un tiro dalla distanza che sembrava destinato a finire all’angolo opposto. Bravi Rugani e Romagnoli, discreto Bonaventura, insufficiente Cristante. Dei tre davanti ho detto. La partita, peraltro buona, è cambiata in meglio per l’Italia quando sono entrati De Sciglio (per Zappacosta, voto 5), Chiesa per Verdi e Zaza al posto di Belotti. Sarà un caso - ma molte cose nel calcio lo sembrano e non lo sono - ma l’azione che ha portato in vantaggio l’Italia si è sviluppata attraverso questi tre giocatori. De Sciglio ha lanciato Chiesa sulla destra, l’esterno della Fiorentina ha controllato rapido e messo al centro dell’area dove Zaza, in spaccata, ha spedito in rete di suola la respinta di Van Dijk. Gol fortunato, ma cercato. Con l’Olanda sbilanciata ne sarebbero venuti altri. Purtroppo, però, Mancini ha dovuto subito tamponare l’inferiorità numerica con l’inserimento di Bonucci (al posto di Insigne). Italia con il 4-3-2 (Romagnoli terzino) contro un avversario schierato con il 3-4-3. Si sarebbe potuto resistere se non fossimo stati sorpresi piatti su un cross da destra. Ake, uno dei nuovi entrati, ha colpito di testa comodo comodo (De Sciglio in ritardo sulla diagonale) ed è finita 1-1. Eppure l’Italia sembra di fronte ad un nuovo, significativo inizio. Sono ottimista.