Irlanda-Italia:| Trap 'Davide contro Golia'
Giovanni Trapattoni si racconta sul nuovo numero di MAX, in edicola e su iPad da martedì 3 gennaio 2012, e dice la sua sugli showman delle panchine di oggi, da Guardiola a Mourinho: "Mi riconosco più nel primo. Mourinho invece... lui cavalca la tigre: sa cosa vogliono i tifosi, e cioè il risultato, ma anche quello che vogliono i media. In lui funziona tutto".
Il Trap per i giornalisti è il re delle conferenze stampa, i suoi tormentoni fanno e rifanno il giro del mondo da decenni, eppure eviterebbe le interviste: "Il mio palcoscenico sono i risultati... senza questi il resto è filosofia spiccia. Io sono per il calcio acqua e sapone: finito di giocare scappo negli spogliatoi. Non ho nessun rapporto con le telecamere".
Il calcio oggi: "Le partite si decidono in base alle dirette tv e le squadre sono degli imperi economici. Io dico sempre che il momento più bello deve ancora essere vissuto. E ci credo. Ma adesso, per favore, non chiedetemi di non avere nostalgia per quello che è passato".
Tra le cose che contano nella filosofia del Trap, oltre ai risultati, ci sono i principi: "I calciatori genio e sregolatezza alla Cassano o alla Balotelli non sono cavalli da imbrigliare. Ma un allenatore deve far loro capire che ci sono dei principi di civiltà fondamentali... Per questo mi trovo bene in Irlanda: gli irlandesi sono come me. Legati all'agricoltura e alle tradizioni, autentici, umili".
Il primo calcio del Trap a un pallone: "Era di maggio: giocavamo a piedi scalzi per non rovinare le scarpe, perchè ne avevamo un paio solo, e sai che sculacciate se le rompevi...".
Il Trap e la pensione: "Li vedo, i miei amici pensionati, al bar del paese: non mi pare abbiamo trovato chissà quali stimoli, a smettere. Io l'ho detto: a me, mi ci dovrete costringere a calci". Nessuno, per il momento, ha intenzione di farlo. La sua Irlanda si troverà, anzi, a giocarsela con le grandi: "Agli Europei siamo il fanalino di coda ma saremo Davide contro Golia".