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Inzaghi non sbaglia nulla, l'operazione Boemia risolleva l'Inter dalla crisi. La qualificazione resta possibile
L’operazione Boemia si chiude nel migliore dei modi per l'Inter.. Tre punti frutto di due gol, una gestione agevole del vantaggio, il turnover che non ha prodotto danni, il buon esordio di Acerbi, che non sarà un fenomeno ma è pur sempre campione d’Europa e, per lo meno, vale De Vrij. Aveva ragione Simone Inzaghi a volerlo. Avevano torto gli interisti più radicali a dargli l’ostracismo, come avevano fatto i laziali nella passata stagione.
L’allenatore dell’Inter non ha sbagliato niente. Giusto scegliere Dzeko, che ha segnato il primo gol e fornito l’assist per il secondo. Giusto riprovare Correa per dare un turno di riposo a Lautaro Martinez che si era spremuto con il Torino. Giusto riproporre Gosens. Giusto mettere Mkhitaryan. Giusto rimescolare la difesa (Skriniar, Acerbi, Bastoni). Per la seconda partita consecutiva l’Inter non ha subìto gol (era già accaduito con il Torino) e se Onana ha passato una serata molto tranquilla, è stato molto pronto, nel finale, a deviare un colpo di testa di Bassey (entrato al 72’ per Chory). Nell’analisi della prima vittoria in Champions va annotato che dal 60’ il Viktoria Plzen ha giocato con un uomo in meno (Bucha espulso per un fallo criminale su Barella), ma, paradossalmente, l’Inter è piaciuta di più quando si è trattato di giocare in parità numerica e l’attenzione messa in campo è stata massima.
Ora, è vero che il gol di Dumfries, è arrivato nove minuti dopo l’espulsione, ma è altrettanto vero che la squadra di casa è stata più pericolosa quando è rimasta senza Bucha. A stroncarla ha provveduto un contropiede micidiale (tre contro uno) orgnizzato da Dzeko e sfruttato alla perfezione da Dumfries. L’Inter, dunque, rialza la testa. La crisi, che era culminata in due sconfitte consecutive (Bayern e il derby) e aveva lasciato scorìe nella gara vinta, senza merito, con il Torino, sta per essere assorbita. Non siamo ancora in presenza dell’Inter spumeggiante dell’anno scorso, ma almeno non si registrano più amnesie difensive e il centrocampo ha trovato una solidità che aiuta anche il reparto arretrato. Sono convinto che alternare i portieri, non nella stessa competizione, ma in due diverse, li renda competitivi senza alterarli emotivamente, come ha dimostrato Handanovic proprio con il Toro.
La partita non è stata complicata, anche se sarebbe potuto diventarlo. Bilek, l’allenatore del Viktoria, l’ha schierato, un po’ a sorpresa, con un 5-3-1 che gli ha dato maggiore copertura. L’Inter ha cercato di muovere velocemente la palla per andare in verticale. Tuttavia, senza un episodio, magari da calcio da fermo, era difficile pensare di andare in vantaggio. Prima c’è stata una punizione di Brozovic (sulla barriera) e poi, da un calcio d’angolo, Acerbi, in una delle scorribande offensive, ha girato in porta debolmente. Un po’ alla volta, però, la squadra nerazzurra ha capito che era sulla destra che bisognava attaccare di più. Così Barella, con uno dei suoi lanci illuminanti, ha trovato Gosens in sovrapposizione interna (il tedesco si era spostato al centro). Gosens ha toccato corto per Correa e quest’ultimo, ha allargato opportunamente a sinistra, dove si era appostato Dzeko in posizione di sparo. Il suo destro, sul palo lontano, non ha lasciato scampo al portiere Stanek.
Di lì in avanti (era il 20’), il confronto ha avuto un’unica padrona, l’Inter. Il raddoppio sembrava cosa fatta al 42’ con un contriopiede articolato da Correa e chiuso prima da Dzeko e poi da Mkhitaryan con due tiri respinti. L’Inter avrebbe voluto e potuto archiviare la vittoria nei primi minuti del secondo tempo, quando Stanek ha replicato con due parate alle conclusioni di Gosens (testa su cross di Bastoni) e di Dzeko (tiro piazzato). I nerazzurri che, fino all’intervallo, avevano sventrato la fascia destra, hanno attaccato anche da sinistra, ma i cross non venivano raccolti opportunamente né dagli attaccanti, né da Dumfries (colpo di testa alto).
All’ora di gioco l’episodio che non ti aspetti. Bucha, in ritardo, entra sulla tibia di Barella senza prendere il pallone. L’arbitro svirzzero Schaerer prima estrae il giallo, poi, richiamato dal Var, rivede e propende per l’espulsione. Incredibilemte viene ammonito anche Bastoni che, del tutto maliziosamente, aveva chiesto il rosso. Se i calciatori pensassero a fare più i calciatori, tutti ne trarrebbero vantaggio. Invece, Simone Inzaghi, ha dovuto inserire D’Ambrosio e mettere mano ad un reparto che sarebbe rimasto intoccato fino alla fine. Prima di andare a raccogliere l’inevitabile vantaggio di essere in superiorità numerica, l’Inter ha corso un paio di rischi di cui nessuno sentiva la necessità. Poi (69’) è scattato il contropiede di Dzeko che ha fatto tutto da solo, compreso l’ìassist, più difficile, ma illuminante, per Dumfries a destra. L’olandese ha controllato e messo nel sacco.
Il resto è stata accademia. Inzaghi ha fatto tre cambi (Lautaro Martinez per Correa, Calhanoglu per Mkhitaryan, Gagliardini per Barella) pensando a Udine e uno (Asllani per Brozovic) con l’intento di far assaporare la Champions all’esordiente. A parte una deviazione di Onana, tutto sotto controllo. L’operazione Boemia non fa una piega e frutta i previsti tre punti. La qualificazione è sempre una questione difficile, ma possibile.
VIKTORIA PLZEN-INTER 0-2
VIKTORIA PLZEN (4-2-3-1): Stanek; Havel (32' st Holik), Hejda, Pernica, Jemelka; Kalvach (31' st Ndiaye), Bucha; Sykora (27' st Jirka), Vlkanova (40' st Cermak), Mosquera; Chory (27' st Bassey). A disposizione: Tvrdon, Jedlicka, Tijani, Pilar. Allenatore: Bilek.
INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni (19' st D'Ambrosio); Dumfries, Barella (28' st Gagliardini), Brozovic (39' st Asllani), Mkhitaryan (28' st Calhanoglu), Gosens; Correa (28' st Lautaro), Dzeko. A disposizione: Handanovic, Cordaz, De Vrij, Bellanova, Dimarco, Darmian. Allenatore: Inzaghi
ARBITRO: Scharer (SVI)
MARCATORI: 20' pt Dzeko (I), 25' st Dumfries (I)
NOTE: Ammoniti: Espulso Bucha (V) al 16'st per gioco falloso. Sykora, Kalvach, Jemelka (V); Bastoni, Gagliardini (I). Recupero: 0' pt, 3' st.
L’allenatore dell’Inter non ha sbagliato niente. Giusto scegliere Dzeko, che ha segnato il primo gol e fornito l’assist per il secondo. Giusto riprovare Correa per dare un turno di riposo a Lautaro Martinez che si era spremuto con il Torino. Giusto riproporre Gosens. Giusto mettere Mkhitaryan. Giusto rimescolare la difesa (Skriniar, Acerbi, Bastoni). Per la seconda partita consecutiva l’Inter non ha subìto gol (era già accaduito con il Torino) e se Onana ha passato una serata molto tranquilla, è stato molto pronto, nel finale, a deviare un colpo di testa di Bassey (entrato al 72’ per Chory). Nell’analisi della prima vittoria in Champions va annotato che dal 60’ il Viktoria Plzen ha giocato con un uomo in meno (Bucha espulso per un fallo criminale su Barella), ma, paradossalmente, l’Inter è piaciuta di più quando si è trattato di giocare in parità numerica e l’attenzione messa in campo è stata massima.
Ora, è vero che il gol di Dumfries, è arrivato nove minuti dopo l’espulsione, ma è altrettanto vero che la squadra di casa è stata più pericolosa quando è rimasta senza Bucha. A stroncarla ha provveduto un contropiede micidiale (tre contro uno) orgnizzato da Dzeko e sfruttato alla perfezione da Dumfries. L’Inter, dunque, rialza la testa. La crisi, che era culminata in due sconfitte consecutive (Bayern e il derby) e aveva lasciato scorìe nella gara vinta, senza merito, con il Torino, sta per essere assorbita. Non siamo ancora in presenza dell’Inter spumeggiante dell’anno scorso, ma almeno non si registrano più amnesie difensive e il centrocampo ha trovato una solidità che aiuta anche il reparto arretrato. Sono convinto che alternare i portieri, non nella stessa competizione, ma in due diverse, li renda competitivi senza alterarli emotivamente, come ha dimostrato Handanovic proprio con il Toro.
La partita non è stata complicata, anche se sarebbe potuto diventarlo. Bilek, l’allenatore del Viktoria, l’ha schierato, un po’ a sorpresa, con un 5-3-1 che gli ha dato maggiore copertura. L’Inter ha cercato di muovere velocemente la palla per andare in verticale. Tuttavia, senza un episodio, magari da calcio da fermo, era difficile pensare di andare in vantaggio. Prima c’è stata una punizione di Brozovic (sulla barriera) e poi, da un calcio d’angolo, Acerbi, in una delle scorribande offensive, ha girato in porta debolmente. Un po’ alla volta, però, la squadra nerazzurra ha capito che era sulla destra che bisognava attaccare di più. Così Barella, con uno dei suoi lanci illuminanti, ha trovato Gosens in sovrapposizione interna (il tedesco si era spostato al centro). Gosens ha toccato corto per Correa e quest’ultimo, ha allargato opportunamente a sinistra, dove si era appostato Dzeko in posizione di sparo. Il suo destro, sul palo lontano, non ha lasciato scampo al portiere Stanek.
Di lì in avanti (era il 20’), il confronto ha avuto un’unica padrona, l’Inter. Il raddoppio sembrava cosa fatta al 42’ con un contriopiede articolato da Correa e chiuso prima da Dzeko e poi da Mkhitaryan con due tiri respinti. L’Inter avrebbe voluto e potuto archiviare la vittoria nei primi minuti del secondo tempo, quando Stanek ha replicato con due parate alle conclusioni di Gosens (testa su cross di Bastoni) e di Dzeko (tiro piazzato). I nerazzurri che, fino all’intervallo, avevano sventrato la fascia destra, hanno attaccato anche da sinistra, ma i cross non venivano raccolti opportunamente né dagli attaccanti, né da Dumfries (colpo di testa alto).
All’ora di gioco l’episodio che non ti aspetti. Bucha, in ritardo, entra sulla tibia di Barella senza prendere il pallone. L’arbitro svirzzero Schaerer prima estrae il giallo, poi, richiamato dal Var, rivede e propende per l’espulsione. Incredibilemte viene ammonito anche Bastoni che, del tutto maliziosamente, aveva chiesto il rosso. Se i calciatori pensassero a fare più i calciatori, tutti ne trarrebbero vantaggio. Invece, Simone Inzaghi, ha dovuto inserire D’Ambrosio e mettere mano ad un reparto che sarebbe rimasto intoccato fino alla fine. Prima di andare a raccogliere l’inevitabile vantaggio di essere in superiorità numerica, l’Inter ha corso un paio di rischi di cui nessuno sentiva la necessità. Poi (69’) è scattato il contropiede di Dzeko che ha fatto tutto da solo, compreso l’ìassist, più difficile, ma illuminante, per Dumfries a destra. L’olandese ha controllato e messo nel sacco.
Il resto è stata accademia. Inzaghi ha fatto tre cambi (Lautaro Martinez per Correa, Calhanoglu per Mkhitaryan, Gagliardini per Barella) pensando a Udine e uno (Asllani per Brozovic) con l’intento di far assaporare la Champions all’esordiente. A parte una deviazione di Onana, tutto sotto controllo. L’operazione Boemia non fa una piega e frutta i previsti tre punti. La qualificazione è sempre una questione difficile, ma possibile.
VIKTORIA PLZEN-INTER 0-2
VIKTORIA PLZEN (4-2-3-1): Stanek; Havel (32' st Holik), Hejda, Pernica, Jemelka; Kalvach (31' st Ndiaye), Bucha; Sykora (27' st Jirka), Vlkanova (40' st Cermak), Mosquera; Chory (27' st Bassey). A disposizione: Tvrdon, Jedlicka, Tijani, Pilar. Allenatore: Bilek.
INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni (19' st D'Ambrosio); Dumfries, Barella (28' st Gagliardini), Brozovic (39' st Asllani), Mkhitaryan (28' st Calhanoglu), Gosens; Correa (28' st Lautaro), Dzeko. A disposizione: Handanovic, Cordaz, De Vrij, Bellanova, Dimarco, Darmian. Allenatore: Inzaghi
ARBITRO: Scharer (SVI)
MARCATORI: 20' pt Dzeko (I), 25' st Dumfries (I)
NOTE: Ammoniti: Espulso Bucha (V) al 16'st per gioco falloso. Sykora, Kalvach, Jemelka (V); Bastoni, Gagliardini (I). Recupero: 0' pt, 3' st.