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    Inzaghi ha ridato dignità europea all’Inter. E gli davano del pazzo

    Inzaghi ha ridato dignità europea all’Inter. E gli davano del pazzo

    • Pasquale Guarro
    A Istanbul ci va lui con la sua squadra, lui che nell’Europa ci ha sempre creduto, anche quando gli davano del matto. Perché Simone Inzaghi qualche mese fa aveva stupito tutti quando alla domanda “c’è una partita dell’anno scorso che vorrebbe rigiocare”, rispose: “Si, quella di Liverpool”. In molti si scandalizzarono: “Ma come, non il derby? Non quella di Bologna? Ma dove credeva di andare?”. In finale. E questa sera contro il Milan è arrivata la risposta definitiva. Con un po’ di fortuna, l’Inter, avrebbe fatto un po’ di strada in più in Europa anche l’anno scorso, dimostrando di poter stare alla grande nella più bella vetrina d’Europa. Tant’è  vero che l’anno prossimo i nerazzurri non partiranno più dalla terza fascia, ma almeno dalla seconda. 

    Inzaghi ha confermato la stessa formazione dell’andata, concedendo un piccolo vantaggio a Pioli. Il coraggio della coerenza, quella che lo spogliatoio, a lungo andare, ha dovuto riconoscergli. E forse è proprio questa la su vittoria più grande, quella di aver ripreso in mano uno spogliatoio che a un certo punto sembrava essersi perso. L’Inter invece è tornata a essere gruppo, è tornata a essere squadra, a prescindere da chi scende in campo e da chi va in panchina. Lukaku ne è la fotografia, doppietta in campionato contro il Sassuolo, partendo da titolare, e assist vittoria contro il Milan, entrando dalla panchina. Ma insieme a lui, in copertina, finiscono anche Gosens, de Vrij, Handanovic, ecc. 

    La finale di Istanbul non è solo una soddisfazione sportiva per Inzaghi, ma anche un bel mattoncino per il suo futuro. Perché eliminando il Milan e qualificandosi per la prossima Champions (manca ancora pochissimo), il tecnico si incolla con il Bostik alla panchina nerazzurra. Uno stop netto, una linea di confine invalicabile per le incertezze che finora avevano avvelenato l’ambiente mettendo in discussione ogni cosa, anche quanto di buono costruito finora. Inzaghi ha resistito anche a questo, conquistando una finale storica per sé stesso, per l’Inter e per il calcio italiano.

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