Inzaghi aspetta l'attaccante, ma si gode la difesa: l'Inter riparte dalla sua certezza, i dati
In una sola estate l'Inter ha perso tre delle maggiori certezze protagoniste dell'ultimo Scudetto: prima Conte, la figura chiave del progetto, poi Hakimi e per ultimo Lukaku, la pietra angolare della squadra. I tifosi nerazzurri sperano che il mercato non porti via più nulla, sono comunque arrivati ottimi giocatori come Calhanoglu, in attesa di capire la situazione di Eriksen, Dzeko, Dumfries e un tecnico pronto e affamato come Inzaghi. E proprio da lui l'Inter è ripartita, con entusiasmo e con un 3-5-2 che trasmette sicurezza, soprattutto guardando al completo reparto arretrato formato da Skriniar, de Vrij e Bastoni. Aspettando altri rinforzi dal mercato – Zapata rimane il favorito per l'attacco, Correa l'alternativa – la certezza dell'Inter è la sua difesa e la forza di non incassare il colpo, una caratteristica che in Serie A ha sempre premiato.
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DATI A CONFRONTO - Solo 35 gol subiti in 38 giornate, il ruolino di marcia dell'Inter di Conte nella scorsa Serie A è stato fenomenale in termini difensivi. Nella stagione precedente – la prima del tecnico salentino – si registrò solamente un gol subìto in più, ma la squadra segnò meno e doveva ancora trovare consapevolezze. Calcolando, invece, le cinque stagioni complete con la Lazio, la difesa di Inzaghi in Serie A ha incassato 242 reti in 190 partite, con la media quindi di 1,27 a incontro; Conte, ovviamente, ha numeri inferiori (0,93), ma la distanza non è così abissale, tenendo conto anche della netta differenza di durata tra i due cicli in questione. Marotta e Ausilio erano consapevoli che per ripartire dovevano stravolgere il meno possibile, c'è stato un ridimensionamento chiaro, ma il punto di forza dei nerazzurri rimane ancora il solito, cioè il reparto difensivo.
LA CERTEZZA - Nel pre-campionato, in questo senso, la difesa di Inzaghi ha trasmesso ottime sensazioni: solo due gol incassati in sei partite, arrivati nella prima amichevole con il Lugano del 17 luglio. Skriniar-de Vrij-Bastoni (più Handanovic) è la filastrocca che ormai tutti conoscono a memoria. Tre centrali arrivati ai livelli dei migliori d'Europa grazie a Conte, e che adesso vogliono proseguire il loro percorso anche con il nuovo tecnico. Difensori ruvidi, dominanti sulle palle alte e fenomenali in marcatura, ma anche ottimi con la palla tra i piedi quando c'è da iniziare l'azione da dietro e costruire dal basso, principio di gioco fondamentale di Conte ma anche di Inzaghi. L'Inter può aver cambiato alcuni dei volti principali che finivano in copertina, ma le grandi certezze sono rimaste ed è da loro che i nerazzurri sono ripartiti. Il granitico muro difensivo rimane il grande punto di forza di questa squadra.
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DATI A CONFRONTO - Solo 35 gol subiti in 38 giornate, il ruolino di marcia dell'Inter di Conte nella scorsa Serie A è stato fenomenale in termini difensivi. Nella stagione precedente – la prima del tecnico salentino – si registrò solamente un gol subìto in più, ma la squadra segnò meno e doveva ancora trovare consapevolezze. Calcolando, invece, le cinque stagioni complete con la Lazio, la difesa di Inzaghi in Serie A ha incassato 242 reti in 190 partite, con la media quindi di 1,27 a incontro; Conte, ovviamente, ha numeri inferiori (0,93), ma la distanza non è così abissale, tenendo conto anche della netta differenza di durata tra i due cicli in questione. Marotta e Ausilio erano consapevoli che per ripartire dovevano stravolgere il meno possibile, c'è stato un ridimensionamento chiaro, ma il punto di forza dei nerazzurri rimane ancora il solito, cioè il reparto difensivo.
LA CERTEZZA - Nel pre-campionato, in questo senso, la difesa di Inzaghi ha trasmesso ottime sensazioni: solo due gol incassati in sei partite, arrivati nella prima amichevole con il Lugano del 17 luglio. Skriniar-de Vrij-Bastoni (più Handanovic) è la filastrocca che ormai tutti conoscono a memoria. Tre centrali arrivati ai livelli dei migliori d'Europa grazie a Conte, e che adesso vogliono proseguire il loro percorso anche con il nuovo tecnico. Difensori ruvidi, dominanti sulle palle alte e fenomenali in marcatura, ma anche ottimi con la palla tra i piedi quando c'è da iniziare l'azione da dietro e costruire dal basso, principio di gioco fondamentale di Conte ma anche di Inzaghi. L'Inter può aver cambiato alcuni dei volti principali che finivano in copertina, ma le grandi certezze sono rimaste ed è da loro che i nerazzurri sono ripartiti. Il granitico muro difensivo rimane il grande punto di forza di questa squadra.