Intermania: Skomina un incubo per le italiane, ma non è colpa dell'arbitro
Sempre nel 2018, ma nella stagione successiva e con l'ausilio del Var, l'11 dicembre Skomina dirige la gara persa 1-0 dal Napoli a Liverpool contro i futuri campioni d'Europa. La squadra di Ancelotti retrocede in Europa League e protesta per la mancata espulsione di Van Dijk, autore di un bruttissimo fallo su Mertens al quarto d'ora.
Ieri a Barcellona, sul risultato parziale di 1-0 per l'Inter, Sensi chiede un rigore dopo un contatto con Arthur: troppo lieve per essere punito con la massima punizione. Come, giusto per fare un esempio non a caso, quello tra l'interno coscia di Sneijder e il tacco di Dani Alves nella magica notte del 20 aprile 2010 a San Siro: il fluidificante brasiliano si lascia cadere cercando il rigore e viene ammonito per simulazione dall'arbitro portoghese Benquerença (connazionale di Mourinho, come amano ricordare i negazionisti del Triplete...). Peccato che Skomina non abbia fatto altrettanto con Sensi, così avrebbe fermato il gioco e l'azione del pareggio blaugrana.
Conte giustamente pretende rispetto per altri episodi, ma la sconfitta non è arrivata per colpa dell'arbitro: piuttosto per merito di due fuoriclasse come Messi e Suarez. Sono servite le loro prodezze per far cadere il muro difensivo dell'Inter, che ha giocato un gran bel primo tempo in cui le è mancato soltanto il colpo del ko. Poi nella ripresa sono venute meno le energie (Godin è il difensore che ha percorso più chilometri) e le contromosse all'ingresso di Vidal (Gagliardini), che ha cambiato la partita. Ma la mentalità è quella giusta, perché giocarsela alla pari al Camp Nou e perdere prendendo un gol in contropiede è #NotForEveryOne.