Intermania: Pioli insegna calcio agli 'ignoranti', il Milan sembrava il Crotone
MAESTRO DI 'ASINI' - Tralasciando questi ricorsi storici, Pioli presenta subito tre novità di formazione arretrando Medel nel ruolo di difensore centrale, rilanciando Kondogbia titolare a centrocampo e avanzando Joao Mario dietro a Icardi. Durante la presentazione ufficiale, il tecnico aveva spiegato che secondo lui ci sono calciatori "intelligenti" e altri "non intelligenti". Il pitbull cileno appartiene alla prima categoria perché legge in anticipo le varie situazioni, facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto e scegliendo la giocata migliore, che quasi sempre è la più facile. Al contrario di chi l'ha sostituito dopo l'infortunio al ginocchio (Murillo), che invece cade sempre negli stessi errori di deconcentrazione e spesso di complica la vita inutilmente. Come in occasione dello svarione su Bacca, che dà il via all'azione del secondo gol di Suso. Lo stesso discorso vale per Kondogbia, un altro elemento dalle potenzialità atletiche straripanti, anche se il mediano francese è apparso già meno indisciplinato del solito. La prima scommessa da vincere per Pioli è appunto quella di insegnare calcio a questi due giocatori "ignoranti". Senza offesa per nessuno, in quanto a oggi ignorano come bisogna comportarsi in determinate situazioni di gioco. Dote non di poco conto che avrebbero dovuto imparare nelle giovanili, ma per fortuna c'è ancora tempo per rimediare.
MILAN COME IL CROTONE - Un'altra importante missione per Pioli sarà quella di trasmettere il proprio carattere alla squadra, che pecca di "concretezza", una delle principali caratteristiche dell'allenatore. Infatti è dall'inizio della stagione che l'Inter segna poco rispetto alla mole di gioco che crea e subisce troppi gol rispetto alle occasioni che concede. Il derby rappresenta solo l'ultimo esempio in ordine di tempo. Montella è un tecnico "intelligente", che conosce bene le lacune della propria squadra e non ha vergogna di snaturarsi pur di nasconderle. Fino a quest'anno aveva sempre puntato sul possesso palla, che ora invece lascia agli avversari per difendersi in massa dietro alla linea del pallone e poi ripartire in velocità negli spazi. Per lunghi tratti della gara il Milan mantiene un atteggiamento remissivo e il baricentro basso (45 metri), come aveva fatto il Crotone a San Siro. Rinnegando il diktat dell'era Berlusconi di essere padroni del "giuoco", sempre e comunque. A differenza del Crotone, i rossoneri sfruttano al meglio i propri punti di forza. Oltre alla differenza di passo tra Bonaventura (7 dribbling riusciti su 8, 7 palle recuperate e 3 falli subiti) e Kondogbia, soprattutto gli esterni d'attacco contro i punti deboli dell'Inter: i terzini. Nello specifico Suso fa impazzire Ansaldi, mentre D'Ambrosio riesce a contenere Niang. Le statistiche del match premiano i nerazzurri nel possesso palla (66%-34%), nei tiri (18-10), nelle occasioni da gol (16-9), nei passaggi (521-283) nelle azioni manovrate (23-9), nei cross (34-4, 9 a testa per Perisic e Candreva) e nei corner (8-1). In sostanza il Milan sta andando oltre i propri limiti, invece l'Inter sta rendendo al di sotto del proprio potenziale e ha enormi margini di crescita. Se il calcio ha una logica, gli attuali 8 punti di distanza in classifica sono destinati a diminuire.
@CriGiudici