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    Intermania: più Facchetti e meno Moggi

    Intermania: più Facchetti e meno Moggi

    • Cristian Giudici
    Per non dimenticare. Sono già passati dieci anni da Calciopoli, lo scandalo più grosso e più grave nella storia del calcio italiano. Un effetto ancora d'attualità è aver acuito la rivalità fra i tifosi delle squadre più amate e odiate del Paese: la Juventus e l'Inter, che guarda caso sono rispettivamente il club più penalizzato (giustamente) e quello più agevolato (indirettamente) dalla giustizia sportiva. Infatti i bianconeri sono stati retrocessi in Serie B con 9 punti di penalizzazione e si sono visti revocare il campionato vinto nel 2005, mentre lo scudetto 2006 è stato assegnato ai nerazzurri, terzi classificati dietro a Juve e Milan, entrambe penalizzate. 

    LA CUPOLA - Senza dimenticare l'altro filone d'inchiesta legato al traffico di schede telefoniche (SIM) svizzere tra Luciano Moggi e alcuni arbitri, per non parlare del fatto che non sia mai stata aperta un'inchiesta federale sull'agenzia di procuratori GEA World, ci limitiamo a ricordare le motivazioni della Corte di Cassazione (terzo e ultimo grado di giudizio) del processo penale al Tribunale di Napoli: "Moggi è stato l'ideatore di un sistema illecito di condizionamento delle gare del campionato 2004/2005 (e non solo di esse). Moggi ha commesso sia il reato di associazione per delinquere, sia quello di frode sportiva in favore della società di appartenenza (la Juventus) e ha anche ottenuto vantaggi personali in termini di accrescimento del potere (già di per sè davvero ragguardevole senza alcuna apparente giustificazione). Dai giudizi di Moggi in tv e sui media potevano dipendere le sorti di questo o quel giocatore, di questo o quell'arbitro con tutte le conseguenze che ne potevano derivare per le società calcistiche di volta in volta interessate. L'associazione per delinquere diretta da Moggi era ampiamente strutturata e capillarmente diffusa nel territorio con la piena consapevolezza per i singoli partecipi, anche in posizione di vertice (come Moggi, Pairetto o Mazzini), di agire in vista del condizionamento degli arbitri attraverso la formazione delle griglie considerate quale primo segmento di una condotta fraudolenta. I tabulati telefonici dimostrano i numerosi contatti in coincidenza con le partite per le quali era stato designato tra l'ex arbitro internazionale Massimo De Santis e Luciano Moggi, a riprova degli strettissimi rapporti tra la sudditanza e la complicità intercorrenti tra i due. Inoltre la predisposizione delle griglie arbitrali era manovrata dal designatore Pierluigi Pairetto insieme al suo collega Paolo Bergamo con la partecipazione di Luciano Moggi e Antonio Giraudo". 

    SCUDETTO A TAVOLINO - Durante il procedimento penale a Napoli sono poi emerse delle nuove intercettazioni telefoniche, giudicate non rilevanti nel processo sportivo del 2006, che riguardavano l'Inter e in particolare Giacinto Facchetti. Le violazioni al codice di giustizia sportiva contestate erano però già cadute in prescrizione, così il Consiglio Federale ha rigettato l'istanza di revoca dell'assegnazione dello scudetto all'Inter presentata dalla Juventus. Col senno di poi sarebbe stato meglio lasciare vacante il titolo di campione d'Italia 2006, ribattezzato "scudetto di cartone" o "scudetto dei prescritti" dagli juventini e "scudetto degli onesti" dagli interisti. I quali, a torto o a ragione, considerano quel titolo una sorta di risarcimento per tutti i torti subiti negli anni precedenti. I "fattacci" di Calciopoli riguardano soltanto la
    stagione 2004/2005, ma i dirigenti bianconeri condannati (Moggi e Giraudo) iniziarono a lavorare insieme nella Juve ben dieci anni prima. Pur non essendoci la controprova, il sospetto è che il sistema da loro creato funzionasse già prima della stagione oggetto di intercettazioni telefoniche: come diceva Giulio Andreotti, a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina... 

    MOGGI vs FACCHETTI - Per assurdo, assegnare lo scudetto 2006 all'Inter si è rivelata col tempo una decisione controproducente per lo stesso club nerazzurro. In un Paese serio, tutti i cittadini (tifosi juventini in primis) dovrebbero prendere le distanze da chi stava rovinando lo sport più seguito e praticato della nazione. Invece i più faziosi si sono avventurati nel negazionismo, cercando addirittura di far passare Moggi come la povera vittima di Calciopoli. Altri hanno provato a far passare il messaggio "rubavano tutti", mettendo sullo stesso piano due personaggi agli antipodi come Facchetti e Moggi. La realtà è ben diversa, chi ha avuto la fortuna di conoscere Giacinto e la sfortuna di avere a che fare con Big Luciano lo sa perfettamente. Nel mio piccolo posso raccontare un paio di episodi. Per il mercato di gennaio 2005 dovevo scrivere un pezzo in cui i dirigenti di tutte le società di serie A indicavano un grande sogno e un obiettivo più verosimile per rinforzare le proprie squadre. So che l'anno prima Moggi aveva contattato i proprietari di Calciomercato.com per chiedere il nome dell'autore di un articolo in cui si elogiava l'atteggiamento tenuto dai dirigenti della Fiorentina in qualche trattativa con la Juventus: per questo minacciava di voler stroncare la carriera al giornalista in questione... Chiamo Moggi, non faccio nemmeno in tempo a presentarmi che mi manda a quel paese e attacca il telefono. Più tardi faccio altri tentativi, ma non vanno meglio. Allora ci provo con Facchetti, il quale mi risponde subito cortesemente,  facendomi gli auguri di buon anno e scusandosi per non potersi trattenere più a lungo perché ha un grave problema famigliare. Pochi giorni dopo, l'11 gennaio 2005, scopro di cosa si trattava: sua sorella Gianna muore dopo una lunga malattia. In un'Italia con più Facchetti e con meno Moggi, non ci saranno altri scandali come Calciopoli. 

    @CriGiudici

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