Intermania: meglio perdere i titoli che la lealtà e l'integrità di Facchetti
I risultati finanziari in crescita saranno accompagnati da quelli sportivi. La squadra è già tornata in Champions League e ai vertici del calcio italiano, per i titoli in bacheca è soltanto una questione di tempo. Antonio Conte ha un'insaziabile fame di vittoria, ma serve ancora un po' di pazienza. Non bisogna commettere l'errore di farsi prendere dalla fretta e rischiare di rovinare tutto, per poi dover ripartire ancora da capo o quasi.
L'importante è che l'Inter mantenga sempre e sfoggi con orgoglio la propria anima. Perfettamente rappresentata dalla storica bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti, scomparso il 4 settembre di quattordici anni fa. Era il 2006, l'estate di Calciopoli: una pagina vergognosa per il calcio italiano, che qualcuno sta provando a riscrivere. Invano, nonostante infiniti ricorsi alla giustizia sportiva e non. In particolare incorniciamo due doti citate dall'Inter per ricordare gli insegnamenti, i valori e l'esempio di Cipe: "La lealtà sportiva e l'integrità morale". Da non perdere mai, anche a costo di non sollevare più trofei: perché vincere NON è l'unica cosa che conta.