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    Intermania: Zhang non è Pallotta, ma cambia idea su Icardi. Marotta non teme di vederlo vincere la Champions alla Juve

    Intermania: Zhang non è Pallotta, ma cambia idea su Icardi. Marotta non teme di vederlo vincere la Champions alla Juve

    • Cristian Giudici
    "Icardi alla Juve? No!": parola di Steven Zhang. Due mesi fa, a margine dell'assemblea degli azionisti, il presidente dell'Inter aveva escluso seccamente la possibilità di cedere l'attaccante argentino ai bianconeri. Nel frattempo la situazione è cambiata. All'ex capitano "hanno tolto la fascia e i rigori, ma nessuno gli toglierà la felicità di giocare nell'Inter": parole di Wanda Nara. Almeno per ora.

    Perché la sostanza è un'altra: di fatto Icardi è sul mercato. A una cifra inferiore rispetto ai 110 milioni di euro previsti dalla clausola di rescissione valida solo per l'estero. La tregua firmata con Spalletti e lo spogliatoio può durare fino al termine della stagione, ma portare troppo avanti nel tempo questa convivenza forzata rischia di risultare controproducente per entrambe le parti in gioco: sia per Icardi, sia per l'Inter. Svalutando un patrimonio della società. 



    Zhang è un uomo di parola. Giusto per fare un esempio non a caso (sabato sera a San Siro arriva la Roma), non è come Pallotta che promette la permanenza dei vari Salah e Alisson sapendo già di doverli vendere. Due mesi fa era sincero, ma qualcuno può fargli cambiare idea: Marotta. Abituato sin dai tempi della Juventus a prendere decisioni impopolari (vedi Allegri al posto di Conte, Bonucci al Milan andata e ritorno) e a intavolare trattative con club rivali: basti pensare al trasferimento da Milano a Torino di Hernanes, un anno e mezzo dopo lo scambio saltato tra Vucinic e Guarin. 

    Tornando all'attualità, in vista del prossimo mercato estivo c'è un altro scambio allo studio: Icardi per Dybala. Siamo ancora ai primi sondaggi esplorativi e non si può parlare di una trattativa vera e propria, ma esiste già una certezza di base: se alla fine lo scambio non andrà in porto, non sarà per assecondare l'umore della piazza come successe con Vucinic e Guarin. Le grandi società prendono le decisioni in autonomia, senza pensare a cosa ne pensano i tifosi o la critica: né gli ultras che hanno già chiesto la cessione di Icardi, né chi (come il sottoscritto) teme di vederlo vincere la Champions League con la maglia della Juventus e non lo venderebbe mai a un'altra squadra di Serie A. 
     

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