Intermania: dalla lettera di Moratti alla maschera di Thohir, niente prese in giro
Uno, nessuno e centomila. #Milionidinomi. Erick Thohir non è ancora riuscito a farsi amare dal popolo interista. E non è (solo) una questione di risultati. Nel calcio "vincere" è una medicina che cura ogni male, ma la scintilla non è ancora scoccata per altri motivi. Oggi i tifosi sono sempre più informati e competenti. E non credono a tutto ciò che gli si racconta.
VINCEREMO INSIEME? - Oggi, mercoledì 6 maggio, parte la campagna abbonamenti per la prossima stagione con lo slogan: "Niente è come esserci". Il presidente indonesiano lancia un messaggio forte (e chiaro?): "Voglio vedere San Siro nel suo massimo splendore, giocare partite affascinanti, vincere trofei. Con voi, per voi. Per noi". Mancini assicura che l'Inter lotterà per lo scudetto e rilancia: "Qui a San Siro ho sentito la spinta, la voglia di vincere, un'emozione fortissima. Dagli spalti al campo, da voi a noi. Abbiamo alzato trofei insieme e voglio continuare a farlo: per l'Inter, la nostra Inter". Allenatore e dirigenti nerazzurri strombazzano ai quattro venti grandi obiettivi di mercato, vedi Dybala e Yaya Touré.
GIU' LA MASCHERA - E' giusto che un club con la storia dell'Inter punti sempre in alto, al massimo. Anzi, è una strategia di marketing obbligata per non apparire deboli agli occhi di sponsor e tifosi. Questi ultimi non vogliono però essere presi in giro. Il popolo bauscia pretende chiarezza e, in cambio, è pronto a dare la pazienza che gli viene richiesta. Perché la fretta è cattiva consigliera: volendo tornare a vincere subito, si rischia di cadere negli stessi errori commessi in passato e di dover ripartire sempre da zero.
MORATTI STORY - Ne sa qualcosa il predecessore di Thohir, Massimo Moratti, che per vincere il suo primo scudetto ci ha messo dieci anni e una barca di soldi. Ma dal primo all'ultimo giorno alla guida dell'Inter, Moratti ha sempre mostrato il suo volto da presidente-papà: con pregi e difetti, ma senza maschera. Proprio in questi giorni, tredici anni fa, Moratti fece arrivare a casa di tutti gli abbonati una lettera di scuse dopo il tragico 5 maggio. Storie di interismi.
Campagna abbonamenti 15/16, niente è come esserci. #ilmioposto, il vostro posto è a San Siro http://t.co/8Ojq8N2fTM pic.twitter.com/Ji5VOpRuXq
— F.C. Internazionale (@Inter) 6 Maggio 2015