Intermania: Mourinho, por qué?
Belle parole, pronunciate nel momento sbagliato. José Mourinho apre la porta a un suo ritorno all'Inter, un club "speciale" per un allenatore speciale. "Perché no?", si chiede il portoghese. "Perché ora?", gli domandiamo noi. Il leggendario Triplete del 2010 garantisce riconoscenza eterna a Mourinho: basta sentire il suo nome, che il cuore di tutti i tifosi nerazzurri batte più forte.
FUORI TEMPO - Però stavolta, pur dandosi 15 anni di tempo, lo Special One ha sbagliato i tempi. La sua dichiarazione d'amore, annunciata alla vigilia della "sfida da sempre più importante di tutte" (Inter-Juve), stona e non poco. Soprattutto agli occhi di chi è già tornato a Milano (Roberto Mancini) e "si sta ancora chiedendo perché l'ha fatto". A parti invertite, immaginiamo quale sarebbe stata la reazione di Mourinho, che se la prende per molto meno. Basti pensare all'episodio della scorsa estate, quando il portoghese ha tirato le orecchie ad Allegri. E non per fargli gli auguri di compleanno, ma rimproverandolo per aver osato nominare in chiave mercato un giocatore del Chelsea (Oscar). Proprio il brasiliano adesso starebbe guidando la rivolta dello spogliatoio dei campioni d'Inghilterra contro l'allenatore, accusato per aver criticato pubblicamente i calciatori.
DA MORATTI A THOHIR - Mou è abituato a passare da un estremo all'altro, già dai tempi dell'Inter. Quando spesso e volentieri faceva da scudo umano per proteggere la squadra, ma a volte la feriva nell'orgoglio. Come dopo una brutta sconfitta con l'Atalanta a Bergamo, dove tuonò nello spogliatoio: "Il primo Scudetto l'avete vinto in segreteria, il secondo senza avversari, il terzo all'ultimo minuto. Siete proprio una squadra di ...". Moratti non la prese benissimo. Il presidente di allora nei prossimi giorni vedrà Thohir: chissà se parleranno anche di Mourinho.
@CriGiudici