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Inter, Zhang torna e chiede di più. Marotta-Inzaghi, confronto schietto. Il tecnico si è sentito solo
IL CONFRONTO - Detta la sua, Zhang ha tolto il disturbo e ha lasciato la Pinetina, nascosto dai vetri oscurati dei sedili posteriori della solita Volvo, quella che usa quando ama passare inosservato. Ad Appiano hanno invece sostato l’ad Beppe Marotta, il ds Piero Ausilio, il vice ds Dario Baccin e il tecnico nerazzurro, Simone Inzaghi. Hanno avuto parecchio da dirsi, il dialogo è stato sicuramente costruttivo, ma anche schietto, nel tentativo di ripartire senza portarsi dietro strascichi di nessun genere. Al tecnico è stata nuovamente espressa piena fiducia per il futuro, ma proprio questo è un punto particolarmente caro a Inzaghi, che da quando è all’Inter, probabilmente, non si era mai sentito così solo. Contrariamente a quanto accadeva con Conte, il rapporto dirigenza-allenatore ha conosciuto picchi altissimi, ma ultimamente qualche titolo pungente di troppo ha fatto drizzare le antenne all’ex Lazio. Come se improvvisamente tutti siano pronti a ricordargli e attribuirgli responsabilità, alcune a ragione altre a torto. Dinamiche che ad Appiano ogni tanto riemergono, riportando in vita quel vampiro cui faceva riferimento Spalletti. E allora staremo a vedere se sarà necessaria una collana d’aglio o se invece non si potrà fare a meno del pugnale di frassino.
LA PROVA DEL NOVE - Al termine del lungo incontro hanno tutti tirato un bel sospiro di sollievo, ma la prova del nove ci sarà tra qualche giorno, al rientro dei nazionali. A quel punto ognuna delle due parti dovrà interpretare al meglio il proprio ruolo, come da copione: Inzaghi dimostrando di tenere ancora in pugno lo spogliatoio e la società esercitando autorità sul gruppo squadra, disponendosi dalla parte del tecnico. La trama è thriller, il vampiro ha riaperto gli occhi.