Inter, Vecino può fare il trequartista
Ma come?! L’uruguaiano, nella Fiorentina, non giocava nei due di centrocampo, davanti alla difesa? Nell’analisi di oggi cercheremo di intravedere il futuro nel passato, mettendo in luce le qualità più intriganti del nuovo acquisto nerazzurro. Proprio come c’era riuscito di fare con Borja Valero, che poi Spalletti ha puntualmente abbassato, ritagliandogli una posizione da playmaker accanto a Gagliardini, diremo perché Vecino non arriva all’Inter per giocare davanti alla difesa. Cosa che peraltro saprebbe fare benissimo, all’occorrenza. Le domande da cui muove infatti il nostro azzardo sono le seguenti: uno, che senso avrebbe non puntare su Gagliardini in mediana? Due, il discorso fatto per Joao Mario, non varrebbe anche per Borja Valero trequartista? Al momento, salvo colpi di scena, il più indicato a ricoprire quel ruolo sembra proprio Vecino. Scopriamo il perché.
STRAPPARE CON E SENZA PALLA – Per quanto fondamentale e pertinente, tralascio l’apprendistato da mezzala destra d’inserimento che Vecino ha svolto nell’Empoli, due anni fa, alla corte di Sarri. Prendiamo la Fiorentina di questa stagione, ad esempio qui, in trasferta, contro l’Atalanta. In un’azione, c’è quasi tutto Vecino (un articolo a parte meriterebbe la fase difensiva dell’uruguaiano).
Ricevuto il pallone da Astori, il numero otto dei viola sfugge all’anticipo mal concepito dal suo marcatore, girandosi a sinistra. Adesso il Papu gli va sotto, ma con un dribbling secco, Vecino lo fa fuori e strappa internamente, alle spalle del centrocampo avversario. Poteva banalmente appoggiarsi a Sanchez, senza rischiare. Il fatto è che Vecino sa di poter cambiare passo in qualsiasi posizione del campo. Con o senza palla.
In molte partite lo si è visto prima individuare varchi, poi partire palla al piede dentro di quelli per tagliare in due la mediana avversaria fino al limite dell’area. In questo caso però si trova sulla strada Bernardeschi, nel consueto schieramento del centrocampo di Sousa: il quadrilatero.
Palla avanti palla dietro, non parte l’altro trequartista, Borja Valero, si sgancia Vecino.
Caldara, che aveva seguito nella pressione sui trequartisti viola il compagno Masiello, ora è costretto ad assorbire l’inserimento imprevisto dell’uruguaiano.
Ecco come Vecino aveva squarciato la linea a tre bergamasca. Se soltanto Sanchez avesse trovato il tempo di verticalizzare, o quantomeno di passarla a Tello come gli indicava Sousa a bordo campo, invece di appoggiarsi malamente a Borja Valero, la Fiorentina avrebbe sfruttato una situazione molto favorevole.
INTER-CAMBIABILI – Ma è stata la disfatta della Fiorentina all’Olimpico (4-0) che deve aver rapito Spalletti. Nel primo tempo, infatti, e specialmente prima del vantaggio giallorosso conseguito al 39’, la Fiorentina stava dando spettacolo. Si vedevano Valero e Vecino scambiarsi di posto troppo di frequente, per non suggerire al tecnico di Certaldo uno scenario futuro possibile. Valero si abbassava con compiti di regia, Vecino si alzava al suo posto. Qui lo spagnolo, da trequartista che era, scende e si allarga, in fase di costruzione, quasi da terzino. Un giro palla a quattro, non più a tre.
Il quadrilatero non è da concepire statico idealmente, figuriamoci nella realtà. Ora Vecino potrebbe dirsi alla punta di un rombo, ora mezzala sinistra..
Sta di fatto che sul lancio lungo di Astori a saltare la pressione della Roma, mentre Babacar viene incontro e si appoggia su Bernardeschi, l’uruguaiano si butta oltre la linea dei difensori giallorossi (qui messa malissimo) col tempismo e l’idea del trequartista.
Se in questa situazione non sapessimo che il terzino bianco è Valero e il centrocampista più avanzato dei due è Bernardeschi, riusciremmo a intravedere un 4-2-3-1, con Vecino trequartista che si butta nello spazio come piace a Spalletti.
Qui invece lo scambio è proprio palese. Valero scende in mediana, non più da terzino. Dunque scatta di nuovo l’automatismo di prima, con Vecino che si alza. Spalletti potrebbe aver letto le funzioni dei due giocatori, indipendentemente dalle loro posizioni di partenza.
Ecco Valero accanto a Badelj, come ora sta al fianco di Gagliardini. E Vecino è davanti, pronto a sganciarsi. A strappare.
In due passaggi il centrocampo della Roma viene fatto saltare per aria. Ad aggravare il tutto l’uscita di Rudiger, in ritardo, su Bernardeschi, elusa dal tocco di quest’ultimo per Vecino ormai lanciato. Ancora una volta s’intravede il 3-1 del 4-2-3-1 dell’Inter che stiamo ipotizzando. La propensione di Vecino almeno c’è, mettiamola così.
Un’ultima azione, per concludere, (e sono solo tre esempi nell’arco di 25’), in cui Vecino attacca lo spazio al posto di Valero. Sotto lo sguardo attento di Spalletti, meditabondo.. le due intuizione per la nuova Inter: Valero play basso, Vecino trequartista.
Rudiger esce ancora su Bernardeschi e Vecino taglia dove avrebbe tagliato Nainggolan. Eureka? Vedremo.