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Inter, così è nata l'operazione Bisseck: i video, la trattativa e quell’ufficio in Germania che ha cambiato il suo futuro
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LA FORZA DEI RAPPORTI - Qui entrano in gioco i rapporti di fiducia che si costruiscono nel tempo, una delle qualità più importanti per un dirigente, ma anche tra le più trascurate. Marcelo Simonian pensò che la prima persona cui avrebbe dovuto parlare di Bisseck era Piero Ausilio e di fatto non si sbagliava. Il ds nerazzurro lo visionò in video e mandò un uomo in Danimarca, Bisseck piacque molto e in breve tempo arrivò la promozione: “Lo prendiamo noi”. Poche parole, ma che non tradivano alcuna incertezza. Simonian non propose Bisseck a nessun altro club, certo che Ausilio avrebbe mantenuto la parola data. E così fu.
QUALITÀ E LACUNE - Fisico, velocità, tecnica, personalità, tutte qualità che emergevano già dalle prime occhiate ai contenuti video. Così come la sua immaturità tattica, ma quella è una lacuna su cui si può migliorare lavorando e Bisseck è un tipo parecchio sveglio. Se ne è accorto immediatamente Simone Inzaghi che in quei mesi di apprendistato e zero presenze continuava a ripetere e a ripetersi che quel gigante aveva dentro qualcosa che presto sarebbe emerso.
CHE PAZIENZA! - Bisseck Apprende come una spugna e poi traduce in campo, ascolta ed esegue. Ha già imparato l’italiano e non è certo un dettaglio. L’altra meravigliosa dote di Bisseck è stata ed è la pazienza, basti pensare che da agosto a dicembre aveva trascorso in campo appena 12 minuti ma mai se ne era lamentato. Ha continuato a lavorare e quando il 9 dicembre Inzaghi gli ha dato la possibilità di giocare titolare contro l’Udinese, si è fatto trovare prontissimo. Con lui in campo dal 1’ l’Inter va a vincere anche in casa della Lazio e a quel punto la fiducia verso Bisseck cresce a dismisura. Alla terza da titolare consecutiva, contro il Lecce, il difensore trova anche il primo gol con la maglia nerazzurra e allora anche i più scettici si sentono costretti ad aprirsi verso vedute più accoglienti.
FIDUCIA PIENA E NO A DJALO - I primi mesi di Bisseck all’Inter raccontano la storia di un ragazzo arrivato in punta di piedi e che in pochissimo tempo ha saputo convincere tutti. Meritocrazia allo stato puro e l’Inter gli ha riconosciuto tutto, considerando che proprio per agevolare la sua crescita e per dargli maggior fiducia, i nerazzurri hanno lasciato cadere l’accordo con Thiago Djalo, che a tutti i costi avrebbe voluto anticipare il suo arrivo a Milano nel mese di gennaio. Questo avrebbe comportato di dovergli liberare un posto, magari proprio lasciando andare via Bisseck, ma in viale della Liberazione sentivano di non dover toccare quanto di buono si era generato, decidendo infine di continuare con il tedesco. Scelta non banale visto che prima di gennaio, di fronte alle poche presenze, anche lo stesso entourage del calciatore aveva iniziato a pressare per una possibile operazione in prestito, con Stoccarda e Salernitana in prima linea. Ma niente da fare.
CHE AFFARE - Mai visione fu più azzeccata, visto che nel frattempo la crescita di Bisseck non ha conosciuto ostacoli e che ad oggi l’Inter si ritrova un ragazzo del 2000 pienamente integrato in rosa, in quella che è una delle squadre europee dalla più spiccata identità. Il gol vittoria al Dall’Ara è un’altra piccola soddisfazione che rimarca l’enorme lavoro fatto su questo calciatore. Adesso tutti conoscono Bisseck e tutti si sono accorti che pagare la clausola da 7 milioni all’Aarhus per assicurarselo è stato un vero e proprio affare.