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Inter, tra Conte e Marotta Zhang non ha avuto dubbi. E ora i ruoli di ad e presidente si invertono...
All’insegna della continuità, uniti nella tormenta, verso un orizzonte più terso. L’Inter fa quadrato, i quattro lati sono Marotta, Ausilio, Baccin e Zhang, che su questa dirigenza ha puntato, in parte confermandola e in parte scegliendola in prima persona. Perché è stato proprio lui a fiondarsi sull’ex amministratore delegato della Juventus, fresco “divorziato” con la società bianconera. L’idea era quella di replicare un modello di successo, e allora come iniziare al meglio se non andandosi a prendere chi quei trionfi juventini li aveva costruiti e avviati? Ed è stato proprio Marotta che immediatamente dopo l’insediamento in viale della Liberazione ha indicato a Zhang la nuova rotta, scegliendo il comandante di ventura: Antonio Conte.
LA SCELTA - Zhang lo ha seguito e ne ha raccolto i frutti, erano altri tempi, in cui Suning poteva permettersi investimenti di altro tenore. E finché ha potuto, Zhang, ha assecondato Marotta garantendogli lauti investimenti. Lo ha fatto anche in tempi di magra, quando lo stesso amministratore delegato dell’Inter aveva deciso che in qualche modo fosse necessario rompere bruscamente con Antonio Conte, a costo di garantirgli una buonuscita da 6,5 milioni di euro e andare su un nuovo allenatore cui corrispondere un altro ingaggio. Perché la verità sull’addio tra Conte e l’Inter non è mai stata raccontata tutta, ma se le cose sono poi andate in un certo modo è perché Zhang non ha mai avuto dubbi su chi scegliere tra il tecnico leccese e parte della dirigenza.
RUOLI INVERTITI - Unione e continuità, ma anche fiducia. L’Inter di Zhang si fonda su questi principi e adesso che la forza economica è ridotta, le parti si sono invertite: adesso Marotta dovrà assecondare le esigenze di Zhang, tagliando qualche ingaggio e inventandosi qualche grande colpo di mercato. Perché d’altronde essere grandi dirigenti significa anche questo: lavorare nelle difficoltà e anticipare la concorrenza intuendo e fiutando il talento prima che ci arrivino gli altri. Il tutto, mantenendo intatto il livello di competitività. Così, dopo qualche mese di trattativa, il rinnovo è stato annunciato per la felicità di tutti. Perché in viale della Liberazione nessuno conosce la situazione meglio dell’attuale dirigenza e nessuno meglio di loro avrebbe potuto programmare gli interventi necessari.
AVANTI INSIEME - In Cina la ripresa è lenta ma costante, Suning allaccia nuovamente rapporti con le partnership, nella speranza che le cose possano tornare alla normalità. Il buco lasciato dalla crisi è enorme, l’Inter dovrà autosostenersi ancora per un bel po’ e il ricavato da qualche cessione servirà anche per pagare gli stipendi. Serviranno buone idee e un gruppo coeso, l’Inter potrà contare per altri tre anni sull’affiatamento tra Marotta, Ausilio e Baccin.
LA SCELTA - Zhang lo ha seguito e ne ha raccolto i frutti, erano altri tempi, in cui Suning poteva permettersi investimenti di altro tenore. E finché ha potuto, Zhang, ha assecondato Marotta garantendogli lauti investimenti. Lo ha fatto anche in tempi di magra, quando lo stesso amministratore delegato dell’Inter aveva deciso che in qualche modo fosse necessario rompere bruscamente con Antonio Conte, a costo di garantirgli una buonuscita da 6,5 milioni di euro e andare su un nuovo allenatore cui corrispondere un altro ingaggio. Perché la verità sull’addio tra Conte e l’Inter non è mai stata raccontata tutta, ma se le cose sono poi andate in un certo modo è perché Zhang non ha mai avuto dubbi su chi scegliere tra il tecnico leccese e parte della dirigenza.
RUOLI INVERTITI - Unione e continuità, ma anche fiducia. L’Inter di Zhang si fonda su questi principi e adesso che la forza economica è ridotta, le parti si sono invertite: adesso Marotta dovrà assecondare le esigenze di Zhang, tagliando qualche ingaggio e inventandosi qualche grande colpo di mercato. Perché d’altronde essere grandi dirigenti significa anche questo: lavorare nelle difficoltà e anticipare la concorrenza intuendo e fiutando il talento prima che ci arrivino gli altri. Il tutto, mantenendo intatto il livello di competitività. Così, dopo qualche mese di trattativa, il rinnovo è stato annunciato per la felicità di tutti. Perché in viale della Liberazione nessuno conosce la situazione meglio dell’attuale dirigenza e nessuno meglio di loro avrebbe potuto programmare gli interventi necessari.
AVANTI INSIEME - In Cina la ripresa è lenta ma costante, Suning allaccia nuovamente rapporti con le partnership, nella speranza che le cose possano tornare alla normalità. Il buco lasciato dalla crisi è enorme, l’Inter dovrà autosostenersi ancora per un bel po’ e il ricavato da qualche cessione servirà anche per pagare gli stipendi. Serviranno buone idee e un gruppo coeso, l’Inter potrà contare per altri tre anni sull’affiatamento tra Marotta, Ausilio e Baccin.