AFP via Getty Images
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Inter, Thuram: "Non so se con un attaccante diverso da Lautaro farei così bene. Il merito è di... Benzema"
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"Per me è più facile giocare con un altro attaccante, soprattutto se è Lautaro, non so con un altro se avrei fatto così bene. Lauti ama fare cose che io non faccio e viceversa. Con la Francia ho fatto un po’ più fatica perché è un modo diverso di giocare. A inizio stagione ero più in area, giocavo più da 9. Ora mi sono un po’ riequilibrato con Lauti. Benzema mi ha aiutato tantissimo, mi ha anche fatto capire che non devo cambiare il giocatore che sono perché occupo un altro ruolo. Quindi di continuare a scendere e svariare da destra a sinistra. Però farlo è più semplice avendo Lautaro perché so che lui sarà sempre in area. Se gioco da solo e scendo a prendere la palla andando sulla fascia, poi per chi crosso? Io voglio giocare come lui nel ruolo di numero 9".
BLOCCATO DAGLI STEWARD A SAN SIRO - "Avevo la conferenza il giorno prima di Inter-‘Gladbach, quando giocavo in Germania. Io dimentico sempre tutto e ho dimenticato il passaporto. Avevamo la mascherina perché c’era il Covid. Il mister entra e io ero in un’altra macchina, sono arrivato dopo. Quando provo a entrare mi chiedono il passaporto. Allora ho tolto la mascherina pensando ‘Forse mi riconosce’. Niente, mi guarda e chiede: ‘Passaporto’. Allora l’unico modo che avevo era cercarmi su Google".
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LE LEGGENDE NELLA SUA VITA PRIVATA - "Quando sei bambino e tuo padre gioca a calcio, entri negli spogliatoio e vedi Ronaldinho, Henry, ma tu sei bambino, per te sono amici di tuo padre, non sono giocatori super famosi perché li vedi tutti i giorni. Anche mio padre, non lo vedo come Lilian Thuram, è mio padre. Se Messi mi dà le scarpe è un amico di mio padre che mi ha dato le scarpe. Gioco e dopo lui mi dice: ‘Tienile per la prossima volta’. Quando sono andato a Parigi, sono andato in allenamento, ho messo le scarpe e un mio amico è impazzito: ‘Hai le scarpe di Messi’. Allora gli ho detto ‘Tienile se le vuoi’ e gliele ho date. Qualche anno dopo gli ho spiegato la storia e me le ha rimandate. Dopo certo, giocare a calcio tennis con Ronaldinho pensandoci è incredibile, ma quando ero piccolo lo facevo senza capire quello che succedeva. Quando Buffon era al Parma con mio padre volevo essere portiere e fingevo di essere lui. Poi quando lui era al PSG e io ero al Guingamp, ci ho giocato contro. Cannavaro è molto amico di mio padre. Lo sento spesso, ora è allenatore, ha vinto contro il Milan. Lo chiamo nonno (ride, ndr). Dopo ogni partita in cui faccio gol o assist mi scrive e dice che non gioco contro veri difensori, che se avessi giocato contro di lui non sarei passato. Io non penso, se avessi giocato contro Fabio sarebbe stato difficile per lui".
CARATTERE - "Sì è vero, sono spesso ‘preso bene’. Provo a essere la gioia del gruppo, ma non sono l’unico a farlo: siamo un gruppo di ragazzi molto bello che amano veramente giocare a calcio. Sono nato contento, perché fin da piccolo ho avuto una vita bellissima. Non ho motivo per non essere contento, anche se a volte succedono delle cose che ti fanno arrabbiare ma non puoi controllare. Se devo fare un riassunto della mia vita, è bellissima".
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Ho l'impressione che anhce il fratello abbia questo tipo di carrattere. Bisogna fare i compliment...