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    Inter stanca e mostra crepe, il Napoli gioca il miglior calcio d'Italia: Spalletti può e deve credere al sorpasso scudetto

    Inter stanca e mostra crepe, il Napoli gioca il miglior calcio d'Italia: Spalletti può e deve credere al sorpasso scudetto

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Quando, l’estate scorsa, pronosticai il Napoli campione d’Italia venni preso a sonore sghignazzate dai lettori di Calciomercato.com che non mi amano e accolto con gli scongiuri dai partenopei agnostici, sempre pronti a difendersi dalla gufata anziché farsi spingere dalla profezia propiziatoria.

    Quando poi - è cronaca di un mese e mezzo fa - il Napoli, oltre ad pagare per una cospicua quantità di infortunati, ha dovuto affrontare gli impegni di campionato e Coppa Italia senza i convocati per la Coppa d’Africa, tra cui spiccavano Koulibaly e Anguissa, lo scetticismo è diventato generale e i dileggi, nei miei confronti, si sono sprecati. In particolare dopo le sconfitte interne con Empoli, Spezia e Fiorentina (in Coppa).

    Tutto questo accade perché ho due gravi difetti. Il primo, fare i pronostici in maniera netta e non democristiana. Il secondo, sostenerli fino in fondo e, a volte, contro ogni ragionevolezza. Perciò anche a Sky, dove ospitano le mie opinioni, ho insistito sulla linea: il Napoli gioca il calcio migliore perché poco o per nulla codificato; il Napoli ha una rosa ampia e qualificata almeno quanto l’Inter; il Napoli ha Spalletti, cioè un allenatore che, a quasi 63 anni, non ha ancora vinto uno scudetto in Italia (ma ne ha vinti due in Russia) e possiede motivazioni così profonde da pareggiare la sua scienza calcistica.

    Ora che siamo giunti a ridosso dello scontro diretto, con l’Inter solo un punto più su del Napoli, pur avendo una partita in meno, mi chiedo dove fossero tutti quelli che vedevano la squadra partenopea in lizza, al massimo, per il quarto posto. Spalletti non solo vuole vincere contro l’Inter, ma - se lo conosco bene - vuole vincerle tutte da qui alla fine, come fece all’inizio. Solo così, infatti, si garantirebbe quasi sicuramente lo scudetto. Questo per dire che il Napoli non ha ancora conquistato nulla e che la corsa resta difficile, anche perché gli avversari sono due: l’Inter capolista e il Milan

    E però, non solo secondo me, l’Inter è stanca. Aver perso il derby è scarsamente rilevante (ha concesso cinque minuti di black out al Milan pur dominandolo), piuttosto qualche crepa l’ha mostrata con la Roma in Coppa Italia. Se è vero - com’è vero - che l’incipit di partita è stato furente e i nerazzurri avrebbero potuto segnare non uno, ma almeno tre gol, è altrettanto vero che dopo hanno rifiatato, lasciando campo all’avversario. E, per quanto scombiccherata, la Roma ha avuto almeno tre occasioni per pareggiare, prima di essere messa fuori combattimento dal gol di Sanchez. Naturalmente sono dettagli che chi guarda al risultato non coglie o lo fa solo in parte.

    Quella di Napoli sarà la sfida tra il miglior attacco (l’Inter) e la miglior difesa (il Napoli) che ha il vantaggio di ritrovare Koulibaly, fresco campione d’Africa, pieno di entusiasmo e di voglia di giocare. Tuttavia Spalletti ha detto di non avere ancora deciso se schierarlo o meno (lo farà poche ore prima della partita) anche perché la coppia costituita da Rrahmani-Juan Jesus ha contribuito a rendere il reparto quasi del tutto impenetrabile. Lobotka e Fabian Ruiz, nonostante qualche acciacco, saranno i centrali di centrocampo, con Anguissa inizialmente in panchina. Tutto confermato davanti con Osimhen, supportato da Politano, Zielinski e Insigne, chiamato a replicare quanto di ottimo fatto a Venezia.

    Naturalmente anche Simone Inzaghi sembra nutrire, almeno apparentemente, alcuni dubbi di formazione. Uno riguarda la sostituzione di Bastoni (tra D’Ambrosio e Dimarco io sceglierei il primo), l’altro la definizione dell’attacco: Dzeko è in forma araldica, avrebbe scritto Vladimiro Caminiti, grande cantore di Tuttosport, e dunque non si tocca. Sanchez sta meglio di Lautaro, perciò giocherà a discapito dell’argentino. La forza dell’Inter risiede a centrocampo: sia perché la linea è folta e qualitativa, sia perché calciatori universali come Barella e Calhanoglu non sono da tutti.

    Il pronostico, questa volta, è arduo. Per sostenere il mio, sarebbe sufficiente il pareggio. Ma l’occasione per il Napoli è troppo ghiotta. Va presa al volo con una partita totale, senza tatticismi e senza risparmio. Vorrebbe dire essere in testa. Probabilmente non da soli (ci sarà anche il Milan) e non definitivamente (l’Inter deve recuperare a Bologna). Ma la fiducia andrebbe a mille.

    Napoli:76013

     

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