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    Inter, Spalletti è il contrario di Conte: ha bisogno di un club forte. Dov'è?

    Inter, Spalletti è il contrario di Conte: ha bisogno di un club forte. Dov'è?

    • Stefano Agresti

    Spalletti è straordinariamente preparato: sul piano tecnico e tattico, ha pochi concorrenti. Solo che un allenatore, oggi, è anche - se non soprattutto - un gestore di uomini e ambienti, qualità che diventano fondamentali in realtà complicate come quella della Roma. E come quella dell’Inter.

     

    All’Inter sono convinti di avere trovato, in Spalletti, un altro Conte o un altro Simeone: un duro, un condottiero in grado di mettersi alla testa del gruppo e condurlo compatto oltre ogni ostacolo. Sbagliano. Forse è così che gliel’ha presentato Sabatini, forse si ha una percezione sbagliata di quanto è successo a Roma, ma Spalletti è esattamente il contrario di Conte: Antonio unisce attorno a sé lo spogliatoio, va avanti a testa bassa con le sue convinzioni, ha coraggio e forza per gestire i calciatori difficili e di personalità (l’ha fatto con Diego Costa, quest’anno); Luciano soffre i giocatori ingombranti, vede ombre ovunque, spesso sbanda nei comportamenti.

     

    Attenzione, la questione non è tecnica, ma caratteriale. Se Spalletti non avesse certi atteggiamenti sbagliati, non sarebbe arrivato a 58 anni senza avere l’occasione di guidare una delle grandi squadre europee (se ci pensate, il massimo della sua carriera l’ha toccato con Roma e Zenit). Ha bruciato le opportunità che gli avrebbero potuto dare le sue conoscenze a causa della sua indole e delle difficoltà a gestire gli ambienti e gli spogliatoi. A Roma, la prima volta, se ne andò senza che nessuno in squadra lo rimpiangesse per una serie di comportamenti giudicati non lineari; a San Pietroburgo ha litigato con moltissimi; nella sua seconda esperienza giallorossa ha rotto con Totti e con l'ambiente, cercando lo scontro.

     

    Insomma: Spalletti ha assolutamente bisogno di un club forte alle spalle altrimenti alle prime difficoltà può andare fuori strada. Paradossalmente, sarebbe stato il tecnico giusto per la Juve, perché là avrebbe dovuto pensare solo ad allenare - quello che sa fare meglio - avendo alle spalle una società compatta e solidissima.

     

    L’Inter saprà dare a Spalletti una protezione adeguata? Ce lo auguriamo per il calcio italiano, che ha bisogno di trovare concorrenti credibili per la Juve e altre squadre di primo piano in Europa. Il mondo nerazzurro, però, è storicamente predisposto a bruciare anche i tecnici più solidi, da Lippi in giù. E i cinesi, a vedere questa loro prima stagione, non sono riusciti a invertire la rotta: un allenatore al giorno, cambiati come fossero camicie sporche, e l'ultima perla che ha aggiunto Sabatini in società con il rischio di scatenare conflitti interni. Già: ci voleva un Conte.

    @steagresti
     


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