AFP via Getty Images

Inter, solito filo conduttore: la squadra di Conte ha un problema di personalità
“Bergamo come Madrid, come il Parma, il derby, la Lazio, lo Shakhtar, il Borussia: cambia la faccia (di chi fallisce le occasioni, di chi commette l’errore in difesa), non l’effetto finale. L’Inter ha momenti di gioco e di dominio del match da grande squadra. Ma concede sempre all’avversario la possibilità di salvarsi, di rientrare in partita. «Ci manca l’istinto killer», dice Conte. La famosa cattiveria, vero, i famosi dettagli, «quel poco che manca», per citare ancora l’allenatore. Ma è anche un fatto di personalità dei giocatori, gli ultimi dieci minuti di Bergamo - al termine di una gara che era in controllo quasi totale - non si spiegano solo con la stanchezza. È anche qui che deve crescere l’Inter per ragionare ad altissimi livelli in maniera compiuta”.