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Inter, Lukaku: 'In Premier non ero felice, è stato un errore. La mia famiglia sta bene in Italia'. E sull'infortunio...
GLI INIZI . "Ho iniziato quando avevo 16 anni e ora ne ho 30: quanti gol ho segnato. Si, davvero tanti gol. Anche mio padre è stato un giocatore professionista ma io ho vissuto un po’ da emarginato e quella stessa rabbia, dal profondo, mi ha aiutato sul campo. E quegli obiettivi sono cresciuti, moltiplicandosi. Quello che contava, già a 16 anni all’Anderlecht, erano i miei gol".
SULLA PREMIER - "Non ero più felice in Inghilterra. Volevo qualcosa di nuovo, qualcosa mi mancava e perciò sono andato via. La mia mente era altrove. Sentivo di non riuscire ad evolvere me stesso. Avevo dato. Per questo ho lasciato la Premier League e l’Inghilterra: perché non ero più felice. Poi ho pensato: e ora dove vado? In Italia! La mia famiglia sta bene qui".
SULL'INFORTUNIO - "La gente non sa che mi sono strappato il tendine dei muscoli flessori della coscia, dietro al ginocchio, nell'allenamento prima della Cremonese. È stata la prima volta in vita mia che sono stato fermo 6 mesi senza poter giocare. Mi ha fatto pensare molto: 'Forse dovrei fare una riabilitazione più lunga per poter giocare più a lungo'. E non ci sono molte persone con cui posso parlare di questo in Nazionale. 'Ma magari qualche giorno di riposo in più a settembre farebbe bene', mi sono detto. Io ho fatto di tutto per la Nazionale ed è un onore. Ma mi ha fatto pensare quello che mi è successo. È il mio corpo. Kompany ha dovuto smettere di colpo a 33 anni, io non voglio che mi succeda. Io peso 102 kg e sprinto tante volte, non voglio rovinare il mio corpo".
LA SITUAZIONE - A fine stagione il belga tornerà formalmente al Chelsea, proprietaria del cartellino. Non è escluso però che il giocatore possa tornare in nerazzurro; l’unica via percorribile al momento sarebbe quella di un prestito secco, con il suo contratto che scade nel giugno 2026.