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Inter, Sanchez e Conte: 'Mi dava solo 15', neanche i migliori! Sapevo che al primo errore mi avrebbe tolto'
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L'attaccante cileno dell'Inter ricorda la sua prima esperienza in nerazzurro, quando alla guida della formazione milanese c'era proprio il tecnico salentino: poco spazio e tanta pressione, ma anche una stima molto grande.
IL RACCONTO DI SANCHEZ - Sanchez ha parlato a La Voz de la Experiencia ed è tornato sullo spazio riservatogli da Conte: "Avevo 15 minuti per dimostrare a Conte che potevo essere migliore degli altri. Nel calcio 15 minuti sono molto complicati. Arrivavo due ore prima per l'allenamento e iniziavo a correre per 15 minuti, così che quei 15 minuti diventassero 100, 1000. Perché non è facile riscaldarsi ed entrare, soprattutto se giochi contro la Juventus. E' difficile. Ero carico per quei 15 minuti. Mi sono detto: 'Amo questo sport e proprio perché amo questo sport voglio dimostrarlo all'allenatore in 15 minuti'. Nemmeno i migliori giocatori del mondo lo fanno".
IL RAPPORTO CON CONTE - Sanchez si concentra sul rapporto con Conte e racconta un aneddoto che fotografa al meglio il tutto: "Perdevamo 1-0 contro il Parma. Entrai. Gol e assist per Lautaro Martinez. Vincemmo 2-1. La partita successiva partii titolare. Non avevo margine di errore. Sapevo che se avessi sbagliato un passaggio Conte mi avrebbe tolto. Feci due gol. Lui venne, mi strinse la mano e niente più. Arturo Vidal lo può confermare. 'Non c'è nessun giocatore come Alexis, lui è l'unico che fa la differenza', disse Conte. I miei compagni lo sapevano. Il tempo passava ed eravamo in testa, tutti felici. Ad un certo punto eravamo noi due soli e mi disse: 'So che devo farti giocare titolare ma se le cose si complicano... Lautaro e Lukaku sono diversi. Tu sei l'unico che può entrare e fare la differenza'. Gli risposi: 'Sì, ma se partissi dall'inizio, andremmo subito in vantaggio e vinceremmo 2-0 senza problemi'".