Inter-Samp:| Cassano cuore, derby Palacio e Milito
Milito e Palacio ex genoani, Cassano ex doriano: una partita speciale per tre.
Inter, vedi la Samp e poi segni.
Il Principe decise con 4 gol i due derby del 2008-09. L'altro argentino non ha mai segnato ai doriani Antonio, la Samp nel cuore.
(Corriere dello Sport)
Inter primo amore, Samp ex preferita: se fa gol, esulta?
Per Fantantonio è la sfida del cuore.
Tifare per due squadre? Ma sì, volendo si può. Anzi, lui può. Perché se giochi nel club del quale avevi il poster in camera e in una sera di ottobre incontri la maglia che hai vestito con passione e che prima o poi rivestirai, bé, sì, si può. E lui, Antonio Cassano, è uno di quelli che possono. All'Inter ha trovato la squadra del cuore e riscoperto il divertimento. Della Samp conserva tutto, perché è tutto ciò che vorrà una volta che lascerà il nerazzurro.
Futuro da talent scout Genova (sponda-Samp) per lui? Sarebbe inutile girarci intorno: è quella di ieri, di oggi, e pure (probabilmente) di domani. Perché FantAntonio, dalla città della Lanterna, di fatto non se n'è mai più andato da quando vi mise piede per la prima volta cinque anni fa. Né lui né la sua famiglia. Era sbarcato nell'estate 2007, l'ex apartado del Real Madrid rinato con la maglia della Sampdoria. Che gli ha portato fortuna, nonostante tutto, perché neppure l'incidente diplomatico, con divorzio annesso, provocato dalla lite scoppiata 26 ottobre 2010 con il presidente Riccardo Garrone, ha rotto il legame che lo tiene unito a Samp e Genova. Ma il tempo ha curato le ferite: è arrivato il perdono del presidente Garrone. Antonio è ancora tifoso della Samp e resta legatissimo anche a questa città, dove con tutta probabilità tornerà a vivere a fine carriera. Anzi, se potesse tornerebbe anche prima, ma per ora è impensabile. In fondo è solo questione di tempo: per il vicepresidente vicario Edoardo Garrone, Cassano ha un posto assicurato nella Samp di domani come scopritore di talenti.
Carolina e i limini bianchi Avere davanti la Sampdoria, per FantAntonio è come rivedere un po' di vita. Appena Stramaccioni dà liberta alla squadra, il numero 99 torna a Genova, un po' di macchina e via. E qualcosa lì è cambiato: la casa, ad esempio. Soltanto mamma Giovanna e il cugino Nicola abitano ancora nel residence a due passi dal parco di Nervi dove lui ha abitato nel primo periodo genovese, lo stesso dove nel 1954, prima di ricevere il premio Nobel, soggiornò in vacanza Hemingway. Lì, a due passi, ha pure trovato l'amore, Carolina, che sta aspettando un altro... Cassanino dopo Antonio e il piccolo Christopher.
Adesso la sua base genovese è qualche centinaio di metri più lontano: un elegante condominio con vista mare poco distante dalla chiesa di Sant'Erasmo, a Quinto, lo stesso palazzo sotto il quale la notte del 19 novembre 2010 i suoi vecchi tifosi erano andati in processione accendendo lumini bianchi sotto il portone per convincerlo a restare. Erano le dieci di sera: lui s'era affacciato da una finestra, salutando.Amici e scherzi Stasera Cassano rivedrà molti amici. Con uno di loro in particolare, Giorgio Ajazzone, storico team manager della Samp, che insieme alla moglie aveva praticamente adottato Antonio (ancora scapolo) appena arrivato a Genova. Regalandogli buona cucina e tanta simpatia. E ancora oggi quando Antonio torna a casa, incontra lo stesso Ajazzone e la famiglia di Alberto Marangon, responsabile della comunicazione sampdoriana.
Se segna, esulta oppure no? Ma non è tutto: non è raro che, quando passa da Genova, lui faccia un blitz a Bogliasco durante l'allenamento della Samp. L'ultima volta è successo durante la recente sosta del campionato. Con sé porta buonumore e la solita dose di caos e battute per tutti, Ferrara compreso. Almeno, adesso, non spalma più di nascosto la cornetta del telefono fisso del «Mugnaini» con il grasso per lucidare gli scarpini, uno scherzo in cui spesso cascava proprio Ajazzone. La gente? Lo ama ancora, in fondo. I tifosi sampdoriani lo aspettano, un giorno o l'altro. Lo sanno bene pure alla Samp: mai dire mai, quando c'è di mezzo FantAntonio. Per tutto questo, una delle domande che anche i tifosi dell'Inter si pongono è: nel caso in cui dovesse segnare, esulterebbe oppure no? Sensazione: più no che sì. E la percentuale del no è molto più alta.
Sempre titolare a San Siro Un eventuale gol con la maglia dell'Inter sarebbe il sesto in campionato dopo quelli realizzati a Roma, Torino, Chievo, Fiorentina e Catania: già, perché FantAntonio è il capocannoniere della squadra con 5 reti, mentre il suo sogno segreto (e quasi impossibile) è quello di poter arrivare a quota 100 reti a Natale, durissima ma restano nove partite in gioco da qui alla sosta. Nel frattempo, smaltito probabilmente il male al collo che gli ha fatto giocare solo uno spezzone di Bologna-Inter, Cassano cerca soprattutto la conferma delle statistiche: a San Siro — in campionato — FantAntonio è sempre partito titolare, compresa la... trasferta del derby. I primi minuti saranno di grande emozione, e probabilmente il «dietro le quinte» pre-gara sarà una gag dietro l'altra. E' che il numero 99 tifa per chi gioca e per chi ha contro: del resto è Cassano, mica uno come tanti.
Centrale diffidato: se sta fuori, Cambiasso arretrato o difesa a 4.
Dubbio Ranocchia, Antonio con Milito.
Ranocchia in campo malgrado la diffida, Zanetti a riposo e tridente pesante. Questo ha detto la rifinitura. Ma l'undici anti-Sampdoria sarà diverso. Perché la pur blindata Pinetina è piena di spifferi e Stramaccioni non vuol dare alcun tipo di vantaggio all'avversario. I fantacalcisti dunque si rassegnino, azzeccare la formazione è un terno al lotto.
Tanti dubbi Mai come oggi l'allenatore ha davvero tanti dubbi. Il primo riguarda la linea difensiva, visto che per la prima volta non avrà il terzetto della svolta perché Juan Jesus è squalificato. E con un giallo Ranocchia salterebbe la Juve. Se il ragazzo oggi gli garantisse che non giocherebbe condizionato, toccherà ancora a lui. Altrimenti ci sono due soluzioni: arretrare Cambiasso, che però è troppo importante come incursore, o tornare a quattro. Differenza in fondo sottile, visto che per frenare due attaccanti larghi come Eder ed Estigarribia «o "scivolano" i due esterni del centrocampo o deve uscire uno dei centrali», spiega Strama.
Sabella e uno di troppo Ecco perché i due larghi provati ieri erano i velocissimi Nagatomo e Pereira. Ma Zanetti sarà in campo e probabilmente uno tra Cassano («Non ha più il torcicollo»), Milito e Palacio partirà dalla panchina, col Trenza maggiore indiziato, anche se a vederlo ci sarà il ct dell'Argentina Sabella. Se non partirà da destra, con il giapponese che trasloca a sinistra, il capitano farà l'interno al posto di Guarin (diffidato). Gargano e Cambiasso completerebbero la mediana. «Fredy è quello con i più ampi margini di miglioramento - spiega Strama -. Non essere sempre al top ci sta, ma non è mai andato sotto la sufficienza e la mia fiducia è immutata».