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    Inter, Roma e Napoli: per battere la Juve bisogna iniziare a pensare da Juve

    Inter, Roma e Napoli: per battere la Juve bisogna iniziare a pensare da Juve

    • Emanuele Tramacere
    Chi vincerà lo scudetto della stagione 2016/17 della Serie A? La risposta a detta di tutti deve essere solo ed esclusivamente Juventus. Probabilmente a ragione, perché il club bianconero ha allestito una rosa formidabile competitiva in Italia e in Europa, ma l'assenza anche solo di una principale candidata al ruolo di antagonista nella lotta al titolo fa riflettere. Roma, Inter e Napoli sono davvero così indietro rispetto alla squadra allenata da Massimiliano Allegri?

    MERCATO IMPORTANTE - Il miracolo compiuto nella passata stagione dal Leicester di Claudio Ranieri è irripetibile in Italia, ma una lotta animata per lo scudetto non è impossibile almeno sulla carta. In estate la Roma ha perso Miralem Pjanic (passato proprio alla Juventus), ma ha ritrovato Kevin Strootman e un nuovo Edin Dzeko oltre ad un'abbondanza insperata nelle scelte difensive. Il Napoli ha perso sì Gonzalo Higuain (anche lui approdato alla Juve), ma ha allungato la profondità della rosa con innesti di altissimo livello del calibro di Milik, Zielinski e Maksimovic e una spesa che supera i 100 milioni di euro. Infine l'Inter, che nonostante il cambio di guida tecnica in corsa ha migliorato la squadra investendo circa 90 milioni per portare Gabigol, Joao Mario e Candreva (oltre ad Ansaldi e Banega) ad Appiano Gentile.

    MENTALITA' DA PROVINCIALE - I soldi per allestire delle rose importanti sono stati spesi, ciò che manca ancora a queste tre realtà per competere attivamente e con costanza con la Juventus è la mentalità vincente che il club bianconero ha, e non perde occasione di mostrare. La differenza fra le dichiarazioni, i toni e le parole utilizzate dai tesserati bianconeri in confronto a quelli di Inter, Roma e Napoli è lampante. Da un lato c'è Sarri che parla di Juventus di un'altra categoria, di quinto fatturato e di obiettivo quinto posto, dall'altro c'è Bonucci che evidenzia come queste parole non fanno altro che creare un alibi per i giocatori. Da un lato c'è Spalletti che conferma che lo scudetto sarà in discussione solo se la Juventus commetterà errori, salvo poi essere pungolato a distanza da Marchisio, che conferma come alla fine contino solo i risultati. 

    SCATTO D'ORGOGLIO - L'unico scatto d'orgoglio, l'unica dimostrazione di forza e concentrazione oltre che una mancanza di riverenza verso la Juventus è arrivata soltanto dall'allenatore dell'Inter Frank de Boer. Alla vigilia del Derby d'Italia l'allenatore nerazzurro aveva dichiarato: "La Juve non ci fa paura, merita rispetto, ma non siamo da meno". Il risultato ha premiato i nerazzurri che, però, sono caduti subito dopo nella preparazione di sfide sulla carta meno probanti.

    PUNTARE IN ALTO - Il salto di qualità fatto dalla Juventus non nasce dal nulla. Soltanto 6 stagioni fa gli stessi uomini celebrati oggi come BBBC (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini) terminavano la stagione al settimo posto. La mentalità vincente è stata data lentamente dall'alto, a partire dal presidente Agnelli, passando fino al tecnico di allora, Antonio Conte. E lo stesso presidente bianconero soltanto ieri ha ribadito un concetto che rilancia nuovamente la Juventus: "Abbiamo segnato un record, siamo entrati nell'elite del calcio europeo, ma l'obiettivo ora è vincere ancora tutto, in Italia e in Europa". Riusciranno Inter, Roma e Napoli a reggere il passo?

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