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    Inter, ritiro bunker. Ecco il pugno di Zhang: zero contatti con l'esterno

    Inter, ritiro bunker. Ecco il pugno di Zhang: zero contatti con l'esterno

    Con un abbraccio denso di significato… Così Steven Zhang ha voluto riavvicinare all’Inter Stefano Pioli, per qualche attimo lontano da Appiano Gentile. Un ammissione di responsabilità, quella del tecnico emiliano, che al triplice fischio di Fiorentina-Inter si è detto pronto a farsi da parte. Manifestazione di umiltà. Fin troppa, nei confronti di uno spogliatoio che evidentemente non merita tanta grazia.  

    L'UNICO INTERISTA - L’emozione non ha voce, ma l’abbraccio tra Zhang e Pioli è traducibile in parole: “Non sei il colpevole, e non è giusto che in questo momento debba essere proprio tu l’unico a pagare”. Lo sguardo severo della società è rivolto verso la squadra, irresponsabile, sgonfia, irresoluta. Un gruppo frammentato in ogni parte. Chi, tra loro, tiene realmente all’Inter? Chi sente la passione che questa maglia dovrebbe trasmettere sottocute? Probabilmente l’unico vero interista è proprio Pioli, che è stato anche quello che negli spogliatoi, per dignità e rispetto, si è detto pronto a farsi da parte. 

    ALTO TRADIMENTO - Non sarà così. Almeno per il momento. Il pugno duro della società, per una volta, ha colpito in pieno viso i diretti responsabili. Suning ha gonfiato il petto, ha mostrato a tutti di poter andare contro tendenza. La scelta più semplice non è sempre quella migliore e a Zhang Jindong non manca il coraggio per mettere spalle al muro tutti i calciatori. Uno ad uno. In quest’ottica nasce il ritiro monastico di Appiano Gentile. Tutti in Pinetina fino a domenica, nessun contatto con l’esterno; neanche il diritto di poter sentire le proprie famiglie. Massima concentrazione sul campo, dedizione totale verso l’Inter, tradita e accoltellata alle spalle, da chi grazie all’Inter ha conosciuto fama e ricchezza. 
     

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