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Inter, questo è un altro Brozovic
IL TUTTOFARE - "E’ uno degli ultimi neologismi del nostro calcio. Probabilmente se ne è pure abusato. Ma è difficile trovare un termine migliore per definire Brozovic. Il croato, infatti, in mezzo al campo sa davvero fare di tutto. Se n’è avuta l’ultima riprova giusto sabato scorso contro il Napoli. Ha cominciato da esterno destro nell’iniziale 4-2-3-1 disegnato da Mancini. Poi, nel corso della partita, e in base ai cambi effettuati dal tecnico nerazzurro, si è messo a fare il mediano al fianco di Medel, per poi concludere da mezz’ala. E, tanto per gradire, ha pure segnato, concludendo uno spettacolare contropiede che ha regalato all’Inter il raddoppio e stroncato i partenopei. Già perché, a differenza degli altri centrocampisti nerazzurri, lui i gol sa come farli: 7 in 30 presenze, dietro solo a Icardi (15) e Perisic (8). Brozovic ora è uno dei simboli della formazione nerazzurra, anche per i suoi difetti. Come tutta la squadra, infatti, ha avuto momenti di crisi, di difficoltà, dovuti soprattutto a mancanza di concentrazione e applicazione. Probabilmente si tratta di difetti di gioventù, inevitabili per un calciatore ancora giovane (ha solo 23 anni) e nel pieno di un processo di maturazione, come per una squadra ancora in costruzione".
IL SALTO DI QUALITA’ - "La sensazione, però, è che nelle ultime settimane, il croato abbia compiuto un salto di qualità nella consapevolezza delle sue capacità, ma anche nella necessità di non staccare mai la spina all’interno della gara. Disattenzioni, come ad esempio quella che a Firenze ha permesso a Borja Valero di pareggiare il gol, firmato proprio dallo stesso Brozovic, non sono più ammesse. E su questo tasto Mancini ha martellato parecchio, ottenendo risposte significative. Il centrocampista di Zagabria, infatti, è stato uno dei trascinatori verso la luce fuori dal tunnel imboccato dall’inter a inizio 2016. E’ vero che con il Torino c’è stata una ricaduta, ma la ripresa è stata pronta e immediata. Non è stato soltanto Brozovic a suonare la carica, però. La quasi totalità della matrice slava nerazzurra, infatti, ha messo da parte gli svolazzi per dedicarsi ai fatti. Perisic è esploso definitivamente, dimostrando di poter essere inarrestabile; Handanovic è tornato a blindare la porta nerazzurra (due “clean-sheet” consecutivi); anche Jovetic, scomparso dai radar per un paio di mesi, ha fatto vedere di poter ancora fare la differenza; a un certo punto aveva illuso anche Ljajic, ma poi è tornato le brutte abitudini sono riapparse".