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    Inter, quanto spreco. Eder non vede più la porta

    Inter, quanto spreco. Eder non vede più la porta

    Ancora una volta Genova risulta amara per l'Inter di Roberto Mancini, che vede il sogno Champions sgretolarsi davanti agli occhi. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza la partita e spiega come le tardive ammissioni di colpa di Mancini abbiano negativamente influito sul risultato: 

    "A inizio gara, quando si è mangiata palle-gol come ciliegie, l’Inter ci ha provato allargando il gioco. Ma quando il Genoa le ha preso le misure sono emersi i limiti di una mediana monocorde. Soprattutto se col passare dei minuti si sono sgonfiati pure Perisic e Brozovic. Ecco che nella notte in cui la Roma si rialza aggrappandosi a Totti, che giocherà su una gamba sola ma trasuda qualità da ogni poro, l’Inter si riscopre incompiuta. E fuori da quella Champions che avrebbe cambiato tanti scenari. Il 23 maggio dell'anno scorso fu Kucka a spegnere le ultime speranze di Europa League. Ora pare blindata, ma resta la sensazione di un’occasione colossale gettata al vento. E che, al di là degli episodi genovesi che nemmeno stavolta hanno detto bene, la madre di tutti gli errori sia stato non capire che per vincere le partite serve chi crei il gioco. Mentre a Gasp ieri è bastato l’onesto Tachtsidis, l’Inter non ha preso un regista in estate e nemmeno a gennaio. In compenso - malgrado fosse partito pure Guarin - è arrivato Eder. Ottavo attaccante di una rosa sbilanciata. Ieri l’oriundo che non vede più la porta è entrato al 73’, seguito da Jovetic e Ljajic. Una tardiva ammissione che l’Inter tutta muscoli non può andare lontano".

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