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Inter, poca autonomia e blocchi dalla Cina: i motivi che hanno spinto Sabatini all'addio
“Sabatini da mesi era in ambasce, per vari motivi, e non aveva mai trovato sintonia con la proprietà cinese: la macchinosità dei processi decisionali ha costituito il principale ostacolo, e nemmeno ha giovato quella incombente sensazione di non avere l’autonomia promessa, perché i cinesi in sostanza alla fine fanno come vogliono loro su tutto e non ascoltano ragioni. Ma ciò che in realtà ha cambiato per tutti prospettive e obiettivi, e si parla di Capello e Sabatini ma anche dell’Inter, è stata l’inversione di marcia di Suning la scorsa estate, quando tutti i piani di investimento sul settore calcio sono mutati perché così voleva il governo. Il proprietario di Suning, Zhang Jindong, è un fedelissimo del potere centrale, ormai fa anche parte dell’Assemblea Nazionale ( l’unica camera del parlamento cinese, poco meno di tremila membri, una minoranza è composta da imprenditori miliardari come Zhang), quindi non può che piegarsi alla ragion di Stato. La frenata sulle spese ha così cambiato i destini del progetto Suning, che all’inizio voleva addirittura allestire una serie di squadre nel mondo col proprio marchio, e di conseguenza anche dell’Inter e dei suoi uomini”.