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Inter, per il gioco a memoria c'è però un prezzo da pagare
“Simone Inzaghi, davanti alla crisi del campionato scorso, è rimasto immobile, come consigliano di fare quando incontri un orso. Non ha mai ceduto alla tentazione della difesa a 4 e, magari, di un trequartista dietro a due punte. Con fede da fondamentalista, ha chiesto ai suoi giocatori di ricalcare con l’evidenziatore le solite linee di gioco, finché l’orso della crisi se n’è andato e l’Inter ha tirato dritto fino alla finale di Champions. La spettacolare facilità di gioco mostrata dai nerazzurri nelle prime 5 giornate è figlia di questa fede e di 3 anni di evidenziatore. Ogni giocata dell’Inter è codificata. Il prezzo da pagare alla rinuncia dell’imprevedibilità è la condanna a battere quelle linee di gioco al massimo della velocità e della potenza, perché se l’Inter rallenta, come a San Sebastian e con il Sassuolo, diventa un’altra cosa, soprattutto nella rifinitura. Un trequartista come Samardzic, a guastare tra le linee, avrebbe fatto comodo, ma l’idea è sfumata e comunque non faceva impazzire Simone, fedele alla sua linee. È legato a ciò e a chi conosce bene, tipo Acerbi”.