Figuraccia Inter: salvi solo Coutinho, Sneijder e Zanetti. Urgono rinforzi
L'unica consolazione è che sia stata centrata la qualificazione ai playoff per entrare nella fase a gironi dell'Europa League. Per il resto, sarebbe meglio stendere un velo penoso sull'Inter che ieri sera, a San Siro ha rischiato una clamorosa eliminazione dal torneo, rimediando una figuraccia senza attenuanti.
L'Hajduk Spalato ha impartito una lezione di serietà e di concentrazione alla squadra di Stramaccioni che soltanto il 2 agosto, in Croazia, aveva suscitato una positiva impressione, vincendo con tre gol di scarto, quanto mai provvidenziali.
Si obietterà: mai fidarsi del calcio d'agosto, la preparazione è ancora in corso, non si può pretendere di essere già al cento per cento, bla bla bla. Giusto. Ma è calcio d'agosto anche per l'Hajduk i cui tifosi civili - non i barbari ubriachi che hanno scatenato incidenti all'esterno - sono stati ammirevoli per il modo in cui hanno sostenuto la squadra, chiamata a una missione apparentemente impossibile.
Anche i 40 mila interisti ritrovatisi a San Siro avrebbero meritato molto di più. Invece, sotto i loro sguardi attoniti, l'Inter ha mostrato una preoccupante involuzione rispetto a otto giorni fa. Inquieta la fragilità difensiva: Samuel è in ritardo di condizione, Mbaye ha il diritto di commettere errori, Johathan non è Maicon il quale è davvero così un ferrovecchio da giustificarne la cessione senza valide alternative?
Si sono salvati soltanto Coutinho, che ha colpito anche una traversa; Sneijder, sempre più avviato a ritornare quello del 2010 e Zanetti, al quale i compagni rischiavano di rovinare la festa del trentanovesimo compleanno. Ma, se proprio questo straordinario uomo bionico, giunto alla partita ufficiale n.799 in maglia nerazzurra, risulta sistematicamente fra i migliori in campo, significa che qualcosa non funziona.
In Europa, anche d'agosto, non si può sbagliare l'approccio mentale alla partita. Soprattutto in Europa League, un torneo che troppi club italiani hanno snobbato nell'ultimo quinquennio, rimediando figuracce immani e causando la perdita della quarta squadra italiana in Champions League.
L'Inter ha tempo e modo di recuperare. In campo, dove Stramaccioni ha commesso l'errore di credere che la qualificazione fosse scontata e sul mercato, dove urge reperire due rinforzi di qualità, anche se il tecnico è convinto ne basti uno.
E poi c' è il discorso del vice Milito: prima di cedere Pazzini, 28 anni, inopinatamente scaricato sin dall'inizio del precampionato, sarà utile avere in mano un'alternativa all'altezza dell'ex doriano. Se Milito s'inceppa, là davanti si spegne la luce. E Milito ha 33 anni, non si può pretendere che giochi e vinca tutte le partite da solo.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com