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Inter: passivo record e ottimismo sui conti, sì ma con che proprietà? Senza basi solide, la soluzione sono le cessioni
OTTIMISMO? Sì, MA CON CHE PROPRIETÀ? - Nessuno vuole mettere in dubbio il comunicato emesso dall'Inter nella giornata di ieri in cui si annunciava il debito più alto mai accumulato da una società di Serie A, ma in cui si ribadiva come in vista del futuro lo sguardo non poteva che essere ottimista. Anzi, siamo consapevoli che l'operato portato avanti da Beppe Marotta, Piero Ausilio, Alessandro Antonello e tutti gli uomini dell'area sportiva e marketing abbiano già prodotto in vista del bilancio 2021/22 introiti e plusvalenze che faranno tornare il deficit entro standard più "normali". Eppure fatichiamo ancora a riuscire a guardare così in là, fatichiamo a capire se entro gennaio 2022, quando di fatto la prima rata del prestito del fondo Oaktree dovrà essere saldata dalla famiglia Zhang, da Suning o più semplicemente dalla scatola lussemburghese Great Horizcon, la proprietà sarà sempre la stessa. Chi ci sarà alle spalle dell'Inter? Un gruppo imprenditoriale cinese o un fondo americano? O nessuno dei due con l'ingresso di un soggetto terzo già paventato più volte negli ultimi mesi?.
ALTRE CESSIONI? - Scenari differenti che, inevitabilmente, portano a conseguenze altrettanto differenti. L'obiettivo comune perpetrato da tutti i club di Serie A, ma non solo, è e deve essere la sostenibilità che oggi manca. Ma avere basi solide alle spalle come sta succedendo in casa Juventus, può comunque preservare dal cadere in spiacevoli sorprese. Altrimenti, e l'estate di mercato che si è conclusa ormai un mese fa insegna, la soluzione è e resta la compravendita di giocatori. Se non ci sarà una proprietà solida alle spalle, e non è detto che non possa tornare ad esserlo Suning sia chiaro, altre cessioni, inevitabilmente, si ripresenteranno all'orizzonte per sanare, abbattere costi, e contenere le spese.