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    Inter, oro dalla Cina: niente multa Uefa

    Inter, oro dalla Cina: niente multa Uefa

    L'assemblea dei soci in programma a fine ottobre svelerà i conti dell'Inter 2015/2016. Come scrive il giornalista Andrea Ramazzotti sul Corriere dello Sport in edicola oggi, di certo rispetto a 12 mesi fa i progressi saranno evidenti: se il bilancio consolidato nerazzurro nello scorso ottobre si era chiuso con un passivo di 140,9 milioni, nel 2015-16 il 'rosso' sarà compreso tra i 50 e i 60 milioni, un segnale evidente che il piano quinquennale studiato dal Ceo Michael Bolingbroke al momento del suo arrivo (luglio 2014) sta dando i risultati sperati. 

    OK UEFA - Dopo l'approvazione dell'assemblea degli azionisti, i conti nerazzurri finiranno in mano all'Uefa, che naturalmente li dovrà analizzare con attenzione, ma, al netto delle spese che Nyon considera virtuose (gli investimenti sul settore giovanile, quelli per il miglioramento delle strutture oltre ai soldi della multa già pagati), c'è già la certezza che l’obiettivo di chiudere a -30 milioni è stato raggiunto. Questo vuol dire che il club non si vedrà decurtati dai proventi della prossima Europa League altri soldi (7 milioni sarebbe stato l’importo della nuova sanzione). Una bella notizia per la dirigenza che in questi mesi ha lavorato duramente per tagliare il primo traguardo e che adesso, sempre al netto delle spese ritenute 'virtuose', dovrà raggiungere la parità di bilancio nell'esercizio che sarà chiuso il prossimo 30 giugno. Complicato, ma non impossibile perché nei libri contabili del 2016-17 finiranno anche i soldi in arrivo dall'Uefa per la partecipazione all’'Europa League (ecco un motivo in più per andare più avanti possibile...) e soprattutto perché i ricavi saranno in crescita, addirittura supereranno i 200 milioni, con un incremento di una ventina di milioni rispetto al 2015-16. La top 10 dei club europei è ancora lontana, ma la strada imboccata è quella giusta. 

    ORO CINESE - Suning si sta dando molto da fare in patria alla ricerca dei così detti 'regional sponsor', ovvero i partner che legano il loro nome a quello dell'Inter con accordi validi solo all'interno dei confini nazionali. Accordi su scala extranazionale o mondiale rientrano tra le sponsorizzazioni regolate dal contratto con Infront, che garantisce fino al 2018 un corrispettivo annuo di 18 milioni. L'Inter sta valutando se aprire un paio di uffici in Cina, esattamente come ha fatto a Giacarta e a Washington. Un modo per avere contatti più stretti con una nazione sconfinata nella quale però il gruppo di Nanchino ha entrature privilegiate e possibilità di trovare forme di introiti importanti anche in tempi brevi. La Cina diventerà insomma una miniera d'oro per le attività commerciali nerazzurre. In corso Vittorio Emanuele ci stanno già lavorando e non a caso la società adesso è proprietaria dei diritti d'immagine di tutti i suoi calciatori. Questi diritti saranno sfruttati per attirare i nuovi sponsor oppure saranno venduti in blocco a Suning monetizzando così una cifra importante alla voce entrate per il 2016-17. La crescita dei ricavi però dovrà continuare anche nel 2017-18 quando l'Inter spera di partecipare alla Champions League e di avere 40-50 milioni in arrivo dalla Uefa. Oltre a questi magari ci saranno i proventi derivanti dal naming della Pinetina o del centro Facchetti (in attesa che le giovanili abbiano una nuova casa), quelli in arrivo dal marchio suning.com, dallo sponsor della maglia da allenamento o dal merchandising che in Cina sta avendo successo. Soldi freschi per rimettere in salute il club e riportarlo in alto. 

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