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    Inter, non è stato il mercato di Mancini

    Inter, non è stato il mercato di Mancini

    Non si limita solo a vincere; da un po’ di tempo a questa parte, l’Inter di Roberto Mancini mostra certezze e automatismi. I pessimisti non hanno mai preso in considerazione questa eventualità, gli ottimisti lo hanno sempre detto: “L’Inter gioca male e vince, figuriamoci quando inizierà a giocare bene”, e questo momento sembra essere arrivato. Roma, Napoli, Torino, Genoa; le prove convincenti dei nerazzurri iniziano ad essere abbastanza per certificare il cambio di tendenza. 

    CHE MERCATO - Mancini prosegue nella sua nuova filosofia che prevede una gestione un po’ naif del gruppo: tra certezze e turnover, il tecnico jesino pare aver trovato il giusto equilibrio. La squadra risponde ai continui stimoli del proprio allenatore, la panchina provoca parecchi fastidi, così chi entra si sforza al massimo per non riassaporarla. In Pinetina si è innescato un meccanismo perfetto e questa volta dal mercato sono arrivati i rinforzi giusti. 

    A CESARE QUEL CHE É DI CESARE - Bravissimo Piero Ausilio, vero protagonista e perfetto capo cantiere. Si parla spesso dei grandi meriti di Roberto Mancini (giustamente), mentre rimangono nell’ombra quelli del ds, che invece ci ha messo tanto del suo. Perché al momento sono tutti suoi i colpi decisivi: Murillo, Miranda, Ljajic, Biabiany, questi gli elementi che hanno cambiato volto all’Inter, e tutti acquisti che Ausilio ha studiato a tavolino, anticipando la concorrenza. L’ex Granada è arrivato a Milano a fronte di un investimento di circa 8 milioni di euro e adesso vale già oltre il doppio; Biabiany preso a zero tra lo scetticismo generale, sembrava un atto di beneficenza, ma si è rivelata una mossa fondamentale. Il francese è una furia. E infine Miranda e Ljajic, che meritano una menzione speciale. 

    SLIDING DOORS - Sono probabilmente le facce copertina da esporre fuori la sala cinematografica per richiamare il grande pubblico. e pensare che entrambi avrebbero potuto prendere altre vie. L’ex Roma si ritrova con la 22 nerazzurra sulle spalle perché la Sampdoria ha tirato troppo la corda nella trattativa Eder. Per l’attaccante blucerchiato erano già state prenotate le visite a Rozzano, nella solita clinica convenzionata, ma Ausilio non si è fatto prendere per il collo dall’eccentrico Ferrero, annebbiato dalla doppietta del proprio attaccante contro il Napoli. Una telefonata a Sabatini, pochi minuti per imbastire una trattativa che adesso si sta rivelando un grandissimo affare. Stesso discorso per Miranda, la trattativa con l’Atletico Madrid è stata tutt’altro che semplice, gli spagnoli si sono spesso impelagati in pratiche burocratiche, tanto che ad un certo punto all’Inter è stato accostato Rudiger, che adesso sta facendo disperare Garcia. Anche in questo caso Ausilio ha tenuto duro ed ha portato a casa il risultato. Thohir lo aveva detto: “Piero è uno dei migliori ds al mondo e siamo contenti di averlo con noi”, qualcuno ha spesso dubitato di queste parole e la personalità di Mancini ha contribuito a rafforzare idee sbagliate. Adesso iniziano a parlare i fatti: Ausilio adesso gongola.

    Pasquale Guarro
    @ngoppejammeja

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