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    Inter, nessuno come te nell'ultimo mese. Ma l'attacco del futuro riparte da una sola certezza

    Inter, nessuno come te nell'ultimo mese. Ma l'attacco del futuro riparte da una sola certezza

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    Proprio nel momento del bisogno, proprio quando si entra in quella fase della stagione in cui è il momento di raccogliere, l'Inter è tornata a mostrare le zanne e gli artigli e a spaventare tutte le sue avversarie. Il pirotecnico 6-0 sul campo dell'Hellas Verona è la dimostrazione che, dopo l'ultimo ko contro il Monza, la squadra di Simone Inzaghi abbia defininitivamente svoltato, ritrovando in un colpo solo la brillantezza fisica, la consapevolezza del proprio potenziale e soprattutto i gol dei suoi attaccanti. Nessuno è andato a segno con la medesima regolarità dei nerazzurri nell'ultimo mese e tutti quanti sono avvisati, a partire dalla Roma prossima avversaria nello scontro diretto di sabato e dal Milan, che dalla settimana avventura contribuirà a scrivere un'altra pagina della storia del derby, che come 20 anni fa vale un posto nella finale di Champions League.

    NESSUNO COME L'INTER - Sono esattamente 20 i gol messi a referto dall'Inter dal 4 aprile scorso, per un totale di 9 partite ufficiali spalmate tra Serie A, Coppa Italia e Champions. La Roma è l'unica a tenerle testa con 14 reti in 8 match, seguita da Atalanta (12 gol in 6 partite) e Lazio (10 in 6) e Milan e Juve - rispettivamente 11 gol in 8 gare e 7 in 9 - a grande distanza. E in questa sequenza di reti ritrovate, dopo i tantissimi errori sottoporta che avevano contraddistinto il periodo meno brillante della gestione di Inzaghi e dato adito alle critiche su un tipo di rendimento in campionato ed uno diametralmente opposto in Europa, sono rispuntati molti di quei calciatori chiamati per status a fare la differenza nei momenti decisivi. Su tutti gli attaccanti che, ad eccezione dell'oggetto misterioso Correa (comunque a bersaglio nel ritorno dei quarti contro il Benfica), hanno riscoperto una freddezza ed una lucidità che nello sprint finale torneranno molto comodo. E' Lautaro Martinez a guidare la speciale classifica dei bomber interisti nelle ultime settimane, con un bottino di 5 gol e un assist in 3 partite, seguito dalle 2 reti e 3 passaggi decisivi di Lukaku e finendo con la doppietta del redivivo Dzeko - che non segnava addirittura dal gennaio scorso - a Verona.

    UNA SOLA CERTEZZA - Campioni ripescati proprio al momento giusto ed è curioso che, per un reparto d'attacco tornato a colpire in maniera efficace quando la posta in palio si fa altissima - quarto posto solitario ritrovato in Serie A, una finale di Coppa Italia da disputare e la doppia sfida col Milan che può spalancare le porte di Istanbul - l'Inter rischi tra qualche mese di ritrovarsi con molti degli attuali interpreti altrove ed un attacco tutto o quasi da ricostruire. La priorità al campo e agli obiettivi da perseguire, ha ribadito più volte o ha lasciato intendere la società, ma ad oggi è possibile immaginare che dei quattro calciatori in organico il solo Lautaro Martinez possa essere considerato una certezza anche per la prossima stagione, dall'alto di un contratto in scadenza nel 2026 e salvo clamorose offerte dalle big straniere. Ma per un asso saldo al suo posto come l'argentino, ci sono altri tre giocatori ancora in bilico, a partire da Lukaku.

    NODO LUKAKU - La versione più recente del belga è certamente ben diversa da quella dimessa che lo ha accompagnato per grandissima parte della stagione, ma rappresenta al tempo stesso un assist per le sue chances di conferma oltre questa stagione. Il centravanti non ha mai nascosto il suo desiderio di prolungare la sua permanenza in nerazzurro, l'Inter dal canto suo non è intenzionata a sobbarcarsi un nuovo prestito dal Chelsea alle stesse condizioni pattuite lo scorso agosto, ossia per un costo complessivo di circa 20 milioni tra ingaggio e indennizzo nei confronti del club londinese. Club al quale Lukaku è legato fino al 2026 e che sta definendo in questi giorni la nomina del suo prossimo allenatore, quel Mauricio Pochettino che avrà certamente voce in capitolo sul futuro del calciatore, pagato peraltro 115 milioni di euro non più tardi di due estati fa. 

    RISERVE IN BILICO - Di Lukaku avrebbe dovuto essere il vice - salvo poi convertirsi nella prima scelta per diversi mesi - Edin Dzeko, che lo scorso marzo ha soffiato su 37 candeline e che si avvia verso la scadenza del contratto. L'ultima proposta dell'Inter di prolungare l'accordo per un'altra stagione a cifre ridotte rispetto agli attuali 5 milioni di euro netti è ancora in stand-by, vuoi perché il club vorrebbe prima definire la partecipazione alla prossima Champions (e disporre quindi di prospettive economiche ben diverse rispetto ad una mancata qualificazione), vuoi perché il diretto interessato, che aveva già rinunciato all'idea di un biennale, non è del tutto convinto. Diverso infine il discorso relativo al Tucu Correa, acquistato dalla Lazio per 31 milioni di euro nell'estate 2021 e mai all'altezza delle aspettative: per lui Marotta e Ausilio andranno alla ricerca della giusta offerta per liberarsi di un costo significativo, sia in termini di ingaggio (3,5 milioni) sia di ammortamento.

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