Inter, Mkhitaryan colpo ingegnoso: altro che vice Calhanoglu, ecco cosa porta il jolly
L’EVOLUZIONE CON MOURINHO - Con Mourinho, Mkhitaryan era tornato inizialmente a fare l’esterno alto a sinistra, dopo che Fonseca lo aveva spostato nel ruolo ibrido di mezzala-trequarti, nei suoi sistemi a tre molto fluidi. E così nelle prime gare di questa stagione lo abbiamo rivisto nel suo vecchio ‘ruolo’, quello che Mou conosceva già dai tempi di Manchester. Ma guardate questo sviluppo del 4-2-3-1 della Roma contro la Fiorentina. In rosso i quattro difensori, in azzurro i centrocampisti, in fucsia i giocatori offensivi.
Se non conoscessimo i nomi dei giocatori e i loro ruoli di partenza, potremmo facilmente scambiare questo sviluppo del 4-2-3-1 per un 3-5-2, il sistema di gioco dell’Inter. Ecco perché interpretare il calcio attuale attraverso i ruoli tradizionali è come confondere un razzo di SpaceX coi totem dei nativi. Inzaghi da uno sviluppo di gioco simile, sulla carta estraneo al suo sistema, coglie delle informazioni. Si rende conto che a Mkhitaryan piace emergere come funzione in determinati spazi. E così nasce l’intuizione di vederlo mezzala sinistra, ad esempio, nella sua Inter.
L’INTUIZIONE “PORTOGHESE” DI INZAGHI- Non che Mkhitaryan quel ruolo l’abbia ignorato completamente negli ultimi due anni. Dicevamo di Fonseca, che per bilanciare il suo 3-4-2-1 talvolta accentuava i compiti difensivi di uno dei due trequarti, chiedendogli di diventare una mezzala nel 5-3-2 della fase difensiva. Lo stesso Mourinho, ricredendosi e tornando sulle orme del predecessore per certi versi, si è dovuto spesso affidare all’armeno per risolvere certi problemi del centrocampo giallorosso. O magari per sorprendere l’avversario, come nel caso di Bergamo (18 dicembre 2021: Atalanta-Roma 1-4), scegliendo proprio un 3-5-2.
Qui sopra è evidente la possibilità di sovrapporre questa ‘posizione’ di Mkhitaryan a quella di Calhanoglu nell’Inter.
SOLO UN CAMBIO DEL CALHA? - Ma Mkhitaryan non si candida solo a essere il vice Calha, mantenendo così il livello di qualità garantito dal turco nei primi sessanta minuti anche nei finali di partita (una sostituzione di spessore tecnico che mancava al centrocampo dell’Inter). Oltre a condividere per una sorta di affinità elettiva l’intelligenza calcistica di Hakan, l’armeno aggiunge cose. Più di Calhanoglu, Mkhitaryan è dotato di cambio di passo. E questa virtù spunta sempre a sorpresa fra i centrocampisti avversari, che solitamente non hanno la stessa accelerazione. È come se il fantasista di Erevan conservasse le sue qualità migliori di ex attaccante per guadagnare vantaggi letali in zone di campo diverse. Perché sì, sa associarsi coi compagni, impostare, dribblare e manovrare nello stretto, ma anche spaccare i reparti in ripartenza. Come a Empoli in occasione del gol di Zaniolo, quando da una sua corsa nacque tutto.
POTREBBE SOSTITUIRE ANCHE BARELLA? - Attenzione però anche a Barella (che è stato sostituito spesso prima di Calhanoglu durante l’anno…). Non di rado l’armeno è stato schierato da Mourinho sul centrodestra. Ad esempio contro la Dea nella gara di ritorno, e utilizzando sempre il 5-3-2/3-5-2.
Inoltre, vedi anche l’inizio della finale di Conference immortalato qui sotto, Mkhitaryan veniva impiegato molto di frequente in uno strano 3-4-2-1/3-4-1-2 proprio da quella parte, praticamente al fianco del più difensivo Cristante e quasi a gestire la regia intera della Roma, mentre Pellegrini si alzava sotto le due punte dall’altra.
Tutto ciò è possibile perché Mkhitaryan ha un piede debole educatissimo, talmente poco debole e talmente educato che potremmo anche definirlo un giocatore ambidestro.
L’ARMENO NON È UN DOPPIONE DEL TURCO, ANZI… - Forse sarebbe più giusto vedere in Mkhitaryan una sorta di jolly per Inzaghi. Potrà essere il cambio del turco o di Barella a partita in corso, magari farà anche la seconda punta qualche volta, in ogni caso saranno nuove e importanti per l’Inter le sue serpentine palla al piede nei corridoi di mezzo. Forse assisteremo anche a partite in cui Inzaghi vorrà tornare a giocare con due mezzali-trequartisti, come accadeva nella Lazio con Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Quindi avremmo Brozovic vertice basso, Calhanoglu a sinistra e Mkhitaryan a destra, due mezzali-trequartisti molto più dinamici rispetto ai due laziali. Ma questo come alternativa o suggestione iper-tecnica, o anche solo per far riposare un po’ anche Barella (i cambi che aveva Inzaghi a centrocampo erano tutti difensivi l’anno scorso). D’altra parte Mkhitaryan sul centrodestra potrebbe insidiare in certi particolari momenti la titolarità di Barella (e non solo quella di Calhanoglu). Perché l’armeno è capace di fare queste così qui…
Individuare un varco, il punto debole di una squadra schierata, ed entrarci in conduzione saltando gli avversari come birilli.
Davvero notevole questo spunto contro lo Spezia con frisbee in pancia a Pellegrini. Mkhitaryan all’Inter sarebbe un upgrade sotto tutti i punti di vista, altro che “vice”.