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Inter, messaggio e sorpasso al Milan: le individualità premiano Inzaghi. Torino, limiti preoccupanti
Le partite, però, non finiscono all’intervallo, come si è visto anche stavolta, perché nella ripresa sono emerse le individualità dell’Inter che hanno ricordato la recente dimostrazione di superiorità alla distanza dell’Inghilterra nei confronti dell’Italia. Con la conferma dei preoccupanti limiti del Torino, che per la quarta partita consecutiva non riesce a segnare nemmeno un gol, anche se stavolta con l’alibi delle assenze di Zapata e di Sanabria, entrato soltanto sullo 0-2 nel finale, al posto del solito impalpabile Pellegri. E con l’altra conferma che al di là dei demeriti del Torino, ci sono i grandi meriti dell’Inter, che non a caso vince la quarta partita su quattro in trasferta senza subire gol e ancora una volta dimostra di avere ricambi di qualità, perché Inzaghi può permettersi di sostituire il nazionale francese Pavard con il nazionale olandese Dumfries, guarda caso l’uomo che scodella sui piedi di Thuram il pallone che blocca lo 0-0.
ILLUSIONE INIZIALE - Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, perché in tutto il primo tempo la squadra di Inzaghi impegna Milinkovic Savic soltanto una volta grazie a uno spunto isolato di Thuram. Si tratta, però, di una semplice illusione perché Barella e Mkhitaryan si muovono poco attorno al regista centrale Calhanoglu e siccome né i due esterni di centrocampo, Darmian e Dimarco, né tantomeno Pavard e Acerbi che affiancano De Vrij, spingono sulle fasce, Lautaro e lo stesso Thuram rimangono abbandonati in attacco.
GRANDE SOMMER - Il Torino ha il merito di non subire la pressione più psicologica che tecnica dell’Inter e così cresce alla distanza. Bellanova e Seck sono bravi a cercare le accelerazioni alle spalle di Linetty e dell’unica punta, Pellegri, alla sua prima gara da titolare in campionato, in assenza di Sanabria e Zapata. Il primo a impegnare Sommer, però, è Ricci anche se per la verità non spaventa il portiere nerazzurro. E’ comunque un segnale che regala nuova fiducia al Toro, pericoloso altre due volte, prima con Seck che costringe Sommer a compiere l’intervento più difficile a fil di palo e poi con Pellegri, che per la verità non angola abbastanza il suo colpo di testa. Quanto basta, comunque, per alimentare i rimpianti di Juric e le perplessità di Inzaghi.
PRIMA THURAM - Perso Schuurs, uscito in lacrime all’inizio della ripresa, con l’inserimento di Sazonov, Tameze si sposta al centro della difesa, abbandonando così la marcatura praticamente a uomo su Lautaro. Alla forzata sostituzione di Juric, Inzaghi risponde poco dopo con un triplo cambio, inserendo Dumfries, Carlos Augusto e Frattesi, rispettivamente al posto di Pavard, Barella e Dimarco. Le mosse del tecnico nerazzurro si rivelano subito decisive, perché proprio Dumfries crossa un bel pallone da destra che Thuram gira alla perfezione alle spalle del portiere granata.
POI LAUTARO - Per scavalcare, almeno per una notte, il Milan potrebbe bastare questo gol, ma ormai la partita è cambiata, perché il Torino senza Schuurs sbanda in difesa e l’Inter ne approfitta, firmando il secondo gol. Calhanoglu calcia un angolo che Acerbi corregge di testa verso il centro dell’area, dove Lautaro devia a sua volta di testa il pallone del 2-0. E non è finita qui, perché l’Inter dilaga con la rete del 3-0, prima sfiorata da Thuram e in pieno recupero realizzata da Calhanoglu su rigore, concesso per un fallo su Mkhitaryan. Con tanti saluti al Milan che ora sarà costretto a battere la Juventus per effettuare il controsorpasso.