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    Inter, Marotta ha avviato il conto alla rovescia: sogna di diventare l’eroe dei due mondi

    Inter, Marotta ha avviato il conto alla rovescia: sogna di diventare l’eroe dei due mondi

    • Pasquale Guarro
    È credenza comune e radicata, in molti sono convinti che il netto calo della Juventus corrisponda all’addio di Beppe Marotta e al contempo che l’Inter abbia iniziato a vincere e costruire quando lo stesso Marotta ha deciso di trasferirsi da Torino a Milano. Per i tifosi nerazzurri è molto più che un amministratore delegato, oggi Marotta è il punto di riferimento degli interisti, che di fatto lo riconoscono come garante delle sorti del club, visto che varie e sconosciute necessità tengono ormai Zhang lontano da Milano da diversi mesi. Motivo per cui le dichiarazioni di addio del dirigente varesino sono valse una doccia fredda per i molti interisti che lo immaginavano alle dipendenze del club per chissà ancora quanti anni. E invece proprio Marotta ha aperto a un nuovo scenario: “Tra due anni, quando terminerà il mio contratto con l’Inter, mi occuperò solo dei giovani”. Panico!

    EROE DEI DUE MONDI - È partito quello che somiglia a un conto alla rovescia, anche se da ormai diverso tempo questa voce gravita attorno al club e anche nella trasferta di Madrid si è scherzato un po’ in merito al ruolo futuro di Beppe Marotta. Lo ha fatto con Ignazio La Russa, Presidente del Senato che lo vedrebbe bene come Ministro dello sport. Politica e pallone, due filoni che corrono paralleli nei pensieri dell’amministratore delegato nerazzurro, da tempo convinto del fatto che il governo si tenga troppo distante dal mondo calcio e che questa scollatura abbia prodotto tutti, o quasi, i problemi attuali: dalla mancanza di strutture alla povertà di talenti. Negli anni d’oro il calcio è stato un traino per il nostro Paese, oggi somiglia più a un peso. Il sogno di Marotta è quello di riavvicinare i due mondi, rendendo il calcio utile al Paese e il Paese utile al calcio. 

    LA DOMANDA - L’Inter sarà il suo ultimo club, ma questa è un’altra storia e forse Marotta avrebbe fatto meglio a non fissare pubblicamente una data di scadenza alle sue mansioni nerazzurre, evitando il rischio di indebolire se stesso e la sua immagine legata al club. Poi c’è tutto il resto, la situazione legata alle difficoltà che sta incontrando la proprietà e tutto quel clima di incertezza che l’Inter è costretta a portarsi dietro. Una nube resa più leggera dai risultati sportivi che sta conseguendo la squadra sotto la guida di Simone Inzaghi, frutto del lavoro del tecnico e della sinergia che si è creata con Ausilio, Baccin e Marotta. Ecco perché la domanda sorge spontanea: cosa sarà l’Inter tra due anni? Nel confuso racconto che immagina l’Inter passare dalle mani di Zhang a quelle di OakTree, si dice sempre che però rimarrebbe Marotta a dare stabilità. Nessuno aveva mai voluto guardare oltre ma forse adesso bisognerà iniziare a farlo.

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