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Inter, Lukaku: 'Per fermare il calcio è stato necessario che fosse positivo uno della Juve. Non è normale tutto ciò'
SULLE STATISTICHE PERSONALI - "Io vivo per fare gol. Ma se voglio aiutare la mia squadra, devo essere sempre pronto ad aiutare i miei compagni. Le statistiche personali hanno poca importanza. Negli ultimi metri bisogna essere dinamici, attaccare lo spazio con i tempi giusti. Noi ci alleniamo molto, vediamo ogni giorno dei video con il fine di analizzare i nostri errori ed evitare di ricommetterli in futuro".
SUI SUOI IDOLI NELL'INTER - "Ho amato Adriano, che con la maglia dell'Inter ha fatto grandi cose. I miei primi ricordi legati al calcio internazionale risalgono alla Coppa del mondo 1998: tempi in cui Ronaldo il Fenomeno dimostrava di avere una classe superiore. Poi è andato al Real Madrid. Per quel che riguarda la generazione successiva di attaccanti, in Europa ho ammirato Henry e Drogba".
SULL'EMERGENZA CORONAVOIRUS - "La salute viene prima di ogni cosa. Perché dobbiamo giocare se nel mondo c'è gente che rischia la vita? Eppure è necessario che il giocatore della Juve (Rugani, ndr) sia positivo perché il calcio si fermi: è normale tutto ciò? No, non è normale. Ammetto che il calcio mi manca, però adesso l'importante è la salute della gente. Tutto il resto è secondario".