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Inter, Lautaro sbotta. Ma l'argentino ha ragione: è vittima di un grande equivoco
“Lautaro Martinez sta segnando poco”. Questa è l’accusa, superficiale, mossa verso il campione argentino. E il fatto che una tale, ipotetica, lacuna emerga solo adesso, è la garanzia a conferma della tesi. Ma torniamo all’equivoco e all’errore di valutazione, perché è l’origine di tutti i finti problemi. Con la cessione di Lukaku, il piano dell’Inter era quello di avvicinare Lautaro alla porta avversaria e consegnargli lo scettro del bomber. Errore da matita blu. Perché Lautaro non è né una prima punta, né un bomber, né un cecchino. Lautaro è una seconda punta, la più forte del campionato e nel 3-5-2 ha bisogno di un centravanti accanto. All’ex Racing non bisogna chiedere 25-30 gol a stagione, non è nelle sue corde se inserito in questo contesto di gioco. A conferirgli maggiori responsabilità e aspettative è solo questo nuovo status consegnatogli da viale della Liberazione, perché a pensarci bene lo scorso anno nessuno ha mai criticato Lautaro per i gol segnati eppure l’argentino ha concluso 2020-21 con 17 gol in campionato. Quest’anno è a 15 gol a sei gare dalla fine, può ancora fare meglio. Qualcuno sostiene che i dati siano drogati dalla tripletta alla Salernitana, altro abbaglio, perché anche l’anno scorso c’è stata quella al Crotone. L’unica differenza è che l’Inter di Conte chiedeva la maggior parte dei gol a Lukaku. La prima punta. Lautaro non è un problema, ma l’Inter lì davanti deve trovare una soluzione diversa. Forse a quel punto anche Lautaro tornerebbe ad essere più sereno.