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    Inter: Lautaro formato scudetto, ma Conte continua a martellare e gli chiede una crescita mentale

    Inter: Lautaro formato scudetto, ma Conte continua a martellare e gli chiede una crescita mentale

    • Pasquale Guarro
    Gli attaccanti sono fatti così, vivono per il gol. Lautaro Martinez non è diverso, anzi, eleva al quadrato questa esigenza. Oggi l’argentino ne ha fatti tre, il che significa pallone a casa. Nel vero senso della parola. Il “Toro” ha lasciato San Siro con l’attrezzo del mestiere accanto, sul sedile passeggero, addirittura tutelato dalla cintura di sicurezza: “Andiamo a casa”, ha scritto su Instagram l’ex centravanti del Racing. Una coccola a chi gli ha regalato un gran pomeriggio.

    MATURAZIONE - In una domenica partita male per l’Inter, Lautaro ha rimesso in ordine le cose con due gol decisivi, quello dell’1-1 e quello del 3-2, che ha aperto la strada alla goleada e anche alla sua personale tripletta. Una gioia per lui, ma anche per Antonio Conte, che al suo centravanti, da tempo, chiede una crescita soprattutto mentale. Perché Lautaro si perde quando la voglia diventa ossessione, spesso il suo limite più grande è stato proprio questo. Il “Toro” non riesce a farsi scivolare addosso gli errori, ha lunghissimi tempi di processazione, che a volte lo appesantiscono. È per questo che Lautaro ha spesso alternato periodi di buio ad altri di accecante luce. Ma Conte tanto sta martellando che alla fine sta attecchendo. Nelle prime tre giornate l’argentino è andato a segno altrettante volte, un gol a partita. Poi tre giornate di stop ( con un 4 e un 4,5 in pagella) e altri due gol in successione, contro Atalanta e Torino. Poi altre 5 giornate trascorse a secco, contro Sassuolo, Bologna, Cagliari, Napoli e Spezia, ma è in queste sfide che si registra lo step di crescita. In tre di queste cinque partite Lautaro è riuscito ugualmente ad essere decisivo, anche senza gol, realizzando tre assist.

    IL LIBRO DI CONTE - È un po’ quello che diceva Lukaku riferendosi appunto al tandem d’attacco che compone con l’argentino in nerazzurro: “Bisogna accettare che a volte tocca a uno e a volte tocca all’altro”. Insomma, non c’è gelosia se si ragiona col noi e non con l’io. È questo il lavoro più grande che Conte ha dovuto fare con Lautaro, il difficile sta nel fargli capire che un attaccante, oltre al gol, può vivere di tanto altro. E lo stesso centravanti argentino fa capire di aver compreso il concetto: “Non importa se il gol arriva o meno, gioco e corro per l’Inter”, ha detto l’ex Racing. Parole che appartengono al libro di Conte, quello che evidentemente sta imparando a memoria anche Lautaro. La sua crescita passa da queste piccole cose. Forse è sulla buona strada.

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