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Inter, la strategia per Nainggolan: fra cessione, reintegro e minusvalenza da evitare
PRIORITA' CESSIONE - La priorità del ds Piero Ausilio e dell'ad Beppe Marotta resta quella di provare a monetizzare dalla sua cessione per incassare una cifra importante e liberarsi dell'ingaggio da 4,5 milioni annui netti che percepisce a Milano (e che in parte quest'anno è stato comunque pagato dai nerazzurri). Nainggolan ha tanto mercato in Italia, piace ad esempio a Fiorentina e Roma e potrebbe essere inserito in diverse operazioni che possano portare in cambio giocatori importanti in nerazzurro.
MINUSVALENZA E INGAGGIO - Priorità alla cessione, sì, ma non a qualunque cifra. La valutazione data al suo cartellino nel 2018 fu a bilancio di 39,2 milioni di euro. Una cifra importante e che sarà ammortata al termine di questa stagione di almeno 19,6 milioni. Avendo firmato all'epoca un contratto quadriennale è proprio 19,6 milioni la cifra minima sotto la quale non andare per non fare minusvalenza e sarà complicato chiedere ai vari club interessati di alzare e di molto l'attuale valutazione del cartellino in sede di trattativa. A questo va aggiunto il problema che resta il più importante, ovvero quello legato all'ingaggio. Uno scoglio che spaventa e non poco tutte le società interessate.
REINTEGRO - Che fare quindi in caso di mancato accordo sulla cessione? A differenza della passata estate in cui l'Inter aveva margine operativo in sede di mercato, quest'anno a causa dei dissesti economici legati al coronavirus non ci saranno sconti. Nainggolan è un asset a bilancio e se non ci sarà l'occasione per dire addio a prezzi più che convenienti, non sarà ri-prestato o svenduto. Il belga non è Icardi, con lo spogliatoio ha conservato un rapporto importante e anche Antonio Conte non si opporrebbe alla sua permanenza. Priorità al mercato, ma l'ipotesi reintegro, purché fuori dal campo e in campo testimoni la stessa volontà di emergere vista quest'anno a Cagliari, non è da escludere in caso di flop nelle trattative.